Una Caporetto in piena regola. La disfatta Juve andata in scena oggi in occasione della partita contro l’indemoniato Genoa lascerà parecchi strascichi. I malumori sono iniziati dal 30′ del primo tempo, quando la Juventus l’imbarcata l’aveva ormai presa. Qualche irriducibile sperava ancora nella rimonta prodigiosa, ma Genoa-Juventus è stata un esempio di giornata storta che niente può raddrizzare.
Fine di un ciclo? Juventus ridimensionata? Un intero ambiente si interroga e continuerà a interrogarsi sulla disfatta Juve di oggi, ma andare nel panico non è la soluzione. Esistono dei motivi validi per pensare che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Di motivi per non andare nel panico ce ne sono almeno cinque.
La Juventus non ha visto palla. Questo è un dato incontrovertibile. I giocatori genoani sono sempre arrivati primi sul pallone, hanno vinto tutti i contrasti e non hanno mai gettato via la sfera, complice una mancanza di cattiveria e di corsa che ha impedito agli uomini di Allegri di fare pressing sul portatore di palla. Quest’anno la Juve ha corso tanto, forse, solo con il Sassuolo. La preparazione fisica è stata cannata? Non è stata proprio fatta? Assurdità.
Siamo di fronte a professionisti che non possono permettersi errori così marchiani. Allora cosa è successo? Molto probabilmente la condizione fisica è davvero “l’uomo” in meno di questa squadra nella prima parte di stagione. La preparazione è stata, quindi, si presume, impostata per dare i suoi frutti da marzo in poi (o anche un mesetto prima). Pensare che questa Juve non possa correre più di così è da film dell’orrore, ma gli horror sono finti.
La Juventus ha sempre risposto presente. Non ha mai abdicato dopo queste battaglie perse. La guerra alla fine l’ha vinta la corazzata bianconera. Il gruppo Juve si compatta dopo una cocente sconfitta: è quindi questo uno dei cinque motivi per non andare nel panico.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. La formazione messa oggi da Allegri – al netto di defezioni e scelte dettate dalla partita giocata col Siviglia – non era certo la perfezione fatta squadra. Almeno tre giocatori fuori ruolo, tra cui spicca Dani Alves terzo di difesa. Le assenze possono essere una motivazione, ma se ciò che hai a disposizione lo metti anche in posizioni errate cercando di arzigogolare qualcosa che di suo è molto semplice, allora te le cerchi. Non stiamo qui a dire che sia semplice mettere in campo una squadra, ma lo è schierare nel proprio ruolo ogni singolo giocatore. La partita poi puoi perderla lo stesso, ma almeno i giocatori non avranno vagato senza meta per il campo.
Allegri è una persona preparata e molto intelligente. Dopo una partita giocata così male, saprà riconoscere i propri limiti e i propri sbagli. L’allenatore della Juventus da oggi in poi ci penserà dieci volte prima di mettere in campo una formazione senza un filo conduttore.
Quattro punti sono un bel bottino da difendere. Oltretutto, se questo bottino dovesse assottigliarsi per qualsiasi motivo, la Juve si schiererebbe a mo’ di falange oplitica in difesa del sesto titolo consecutivo. Quando il gioco si fa duro, la Juve entra in campo e fa incetta di scalpi nemici.
This post was last modified on 28 Novembre 2016 - 10:14