Si immaginava la solita aria da riunione condominiale, le lotte di potere, gli schieramenti, gli ostruzionismi, ed invece no. Per una volta in Lega Calcio le cose sono andate per il verso giusto ed il miliardo e duecento milioni che tengono in piedi la serie A sono stati ripartiti senza troppe bagarre.
Tecnicamente rimangono in vigore i termini
Sì, ma la novità dove sta? Sta nel fatto che gli introiti in più rispetto al 2015/16 (25 milioni) e 2016/17 (49 milioni), verranno suddivisi al 40% in parti uguali, mentre il restante 60% andrà alle squadre tra il 4° ed il 17° posto. Le prime tre vengono escluse per via dei ricchi premi UEFA, mentre le ultime tre compensano col paracadute della retrocessione. Un sistema che quindi va a favorire quelle squadre che solitamente vengono lasciate fuori dai giochi economici per poterle rendere più competitive.
Nonostante l’intento dichiarato delle più grandi fosse evitare una ulteriore perdita di soldi a favore delle medio-piccole e quello delle squadre “outsider” fosse una ripartizione più equa, la situazione non è degenerata. Anzi. L’aria che si è respirata in Lega è generalmente più leggera. I rapporti sono parsi più distesi ed è filtrata una vena di disponibilità al compromesso da parte delle grandi che andranno in un secondo momento a rivedere i criteri per il triennio 2018/21.
This post was last modified on 26 Novembre 2016 - 13:42