Bonucci vs Romagnoli: difensori moderni. Sfida nella sfida

Una partita come quella tra Juventus e Milan non passa mai inosservata. Davvero troppo il blasone dei due club. Storia, vittorie, fallimenti e rivalità che si snodano in 90 minuti di passione pura. Questo match vuol dire tanto, mette a confronto due stili ugualmente vincenti ma diversamente compositi. In campo i duelli saranno tanti ed agguerriti. Uno, particolarmente interessante, è quello che vede protagonisti Leonardo Bonucci e Alessio Romagnoli.

Difensori moderni

Struttura fisica imponente, forte nel gioco aereo, e forte a livello atletico. Queste le caratteristiche del difensore del passato. Oggi, tutto ciò non basta. L’evoluzione del calcio lo sta portando ad essere uno sport totale. Quasi come predicava Cruijff: nel rettangolo verde, tutti devono saper fare tutto. Si evince così che il ruolo si è evoluto, da ultimo baluardo per ostacolare l’avversario a primo grimaldello per scardinarlo. Al difensore vengono chiesti gli ormai celeberrimi piedi buoni. Questo è il punto focale del confronto tra lo juventino ed il milanista: registi difensivi. Delegati dagli allenatori ad assumere ruoli di costruzione. Come lo fanno?

Bonucci

Il numero 19 ha studiato le movenze di Pirlo, e si vede. Lanci millimetrici ed aperture che molti centrocampisti bonucci(cosiddetti di rottura) sognano la notte. Una gestione del pallone che sfiora il limite del lecito. Spazzare solo ed esclusivamente in casi di estrema necessità. Non solo, perché Bonucci non limita la propria produttività al primo passaggio, mettendosi, spesso e volentieri, i panni dell’assist-man. L’incredibile, per un difensore centrale, cifra di 11 assist ne è la prova. Juventus-Lazio del 31 agosto 2013 ne è un’altra: addirittura due passaggi decisivi e 3 punti portati a casa. Nei gol, Bonucci assume anche il ruolo di attore protagonista. Il vizio del gol pesante non guasta mai, e il viterbese non se lo fa mancare. 27 le marcature in carriera.

Romagnoli

Diversa l’interpretazione del giovane rossonero. Il difensore di origine laziale predilige il lavoro “sporco” romagnolirecuperando palloni e mettendo i centrocampisti nelle ottimali condizioni per poterli gestire. Più che l’ultimo passaggio, va alla ricerca della pulizia del primo, dando il via all’azione, nel migliore dei modi. Per quanto sia ancora ad inizio di una carriera che si annuncia lunga e piena di soddisfazioni, Romagnoli ha già messo a segno ben 8 reti, con una media per partita che supera di molto quella dello juventino.

Difesa

Registi arretrati, vero. Ma pur sempre difensori. Il bianconero è molto elegante, osando anche qualcosa in zone calde pur di non gettar via la sfera; ugualmente smaliziato, ma più dedito alla sostanza il collega rossonero, che pur non disdegnando qualche dribbling, bada più a non perdere una palla sanguinosa dalle sue parti. Questione di esperienza? o di personalità? In realtà è un cocktail dell’uno e dell’altro elemento. Considerando che l’esperienza contribuisce alla formazione di una forte personalità. Importante è poi il dato riguardante la disciplina.

Disciplina

82 ammonizioni per lo juventino; 27 per il rossonero. Una visione approssimativa porta a preferire il secondo. Ma non si può prescindere dal considerare la longevità delle due carriere, dato che rende, in prospettiva, Romagnoli il più indisciplinato. La capacità di sopportare un ammonizione è fondamentale, perché saper giocare con una spada di Damocle è tanto difficile quanto è importante non lasciare i propri compagni in 10. Ed infatti l’unica espulsione rimediata dal 13 rossonero è arrivata per doppia ammonizione.

Fare un paragone, oggi, tra i due è difficile. Perché uno è nel momento migliore della carriera, l’altro è solamente agli inizi. Specchio di questa differenza è il loro valore di mercato: quello di Bonnie doppia quello del rivale (40 contro 20 milioni). La cosa che più impressiona è però una: Romagnoli viene accostato a Bonucci, quando ha l’età di Rugani, riserva dello stesso. Testimonianza del valore del ragazzo. I difensori sono, oggi come non mai, merce rara del calcio europeo e mondiale, ne abbiamo citati tre, dallo spessore elevatissimo.

Italia, paese di catenacciari? No. Paese di eccellenze.

 

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