Simone Zaza e Daniele Rugani: il diavolo e l’acqua santa. L’eterno conflitto tra ragione e passione

Sono cambiate tante cose da qualche mese a questa parte. La Juventus, ora, guarda tutti dall’alto verso il basso e le insicurezze di inizio stagione sembrano essere scomparse, come vaporizzate, in seguito alla crescente convinzione di essere, ancora una volta, i migliori, la squadra da battere. Una prova di forza non indifferente, la quale deriva non soltanto dai nervi saldi, dalla rabbia e consapevolezza dei cosiddetti “senatori”, ma anche, e soprattutto, dalla crescita esponenziale ed innegabile delle giovani promesse della squadra bianconera. Una Juventus che può contare, senza alcuna remora, sull’apporto di campioni del futuro, nonchè ottimi calciatori nel presente, come, tra gli altri, Simone Zaza e Daniele Rugani. Due ragazzi dalla personalità diametralmente opposta, caratterizzati da un diverso approccio alla partita, ma entrambi determinanti per le sorti della Vecchia Signora.

Simone Zaza e Daniele Rugani, il diavolo e l’acqua santa. Radicalmente “lontani” l’uno dall’altro e non soltanto per motivi pratici, per il ruolo ricoperto in campo. I due hanno mostrato caratteri divergenti, individuabili, soprattutto, nel modo di interpretare e di affrontare il match.

Simone Zaza è un sanguigno e fa dell’aggressività agonistica uno dei suoi punti di forza; l’attaccante di Policoro mostra in campo un innato entusiasmo, euforia e un pizzico di spavalderia. Simone è il classico esempio di “genio e sregolatezza”: corre come un forsennato, insegue tutti, non si risparmia mai, si agita e fa smorfie, poi, all’improvviso, ecco il colpo di genio, una ripartenza in velocità , un tiro dai 25 metri e il dito che indica la testa, come a dire: “Sono pazzo”, e forse, lo è per davvero. “Zaza è un testone permaloso, ma è un ragRuganiazzo che ti ascolta e credo possa migliorare, ma deve imparare a gestire con maggiore lucidità alcuni momenti della gara”. Queste sono state le parole spese da Giorgio Chiellini, in seguito all’espulsione dell’attaccante lucano nel match di campionato contro il Genoa, parole che descrivono al meglio la personalità, il carattere di Simone Zaza, sospeso tra normalità e follia.

Daniele Rugani, al contrario, è il classico “bravo ragazzo”, mite e tranquillo, nella vita come in campo. Alla timidezza iniziale, Rugani, ha sostituito, nelle ultime partite disputate da titolare, determinazione, lucidità e fermezza, mostrando affidabilità e sicurezza in un ruolo delicato come quello del difensore. Mai una protesta, mai un eccesso, solo tanta concentrazione e precisione negli interventi. Tutte qualità che fanno di Rugani uno dei più importanti esponenti dello “stile Juve” attualmente in squadra. Daniele ha carattere da vendere e, non a caso, la Juve lo ha blindato fino al 2020 , resistendo anche agli attacchi del mercato invernale di Napoli e Sampdoria.

Caratteri divergenti che si riflettono in un dato paradossale se si pensa al fatto che Zaza sia un attaccante, mentre Rugani un difensore. Infatti, contro il Milan, Rugani ha raggiunto le 50 presenze in Serie A, con un record speciale ed insolito per un difensore: fino ad ora non ha mai ricevuto un cartellino giallo o rosso. Ciò non accadeva dal 1994, il suo anno di nascita. Al contrario, Zaza, dalla stagione 2013\2014, la prima in serie A, ha raccolto la bellezza di 29 ammonizioni e 2 espulsioni in tre anni. Dati riconducibili, senza dubbio alcuno, all’irruenza, alla foga messa in campo dall’attaccante lucano, alla quale si contrappone la lucidità, la precisione e la calma mostrata, in qualsiasi fase del match, da Rugani. Insomma, da un’estremità all’altra: Zaza dovrà comunque imparare a mitigare la propria impulsività, la propria veemenza e, al contempo, il giovane difensore bianconero dovrà dimostrare che questo suo record sia dovuto ad una impeccabile scelta di tempo nelle chiusure difensive e non ad una mancanza di temperamento.

Una differenza, quella caratteriale, tra Simone Zaza e Daniele Rugani, che richiama alla mente le famose tragedie dell’importante drammaturgo e filosofo latino Seneca.  Tragedie caratterizzate da conflitti tra forze contrastanti, soprattutto all’interno dell’animo umano, dall’opposizione tra “mens bona” “furor”tra ragione e passione. L’irrazionalità, la follia di Zaza che si contrappone alla rigorosità, alla praticità di Daniele Rugani. Alla Juventus servono entrambe le personalità espresse dai due calciatori che, ci auguriamo, possano vestire, ancora a lungo, la maglia bianconera.

Luca Piedepalumbo

 

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