Capello: “Per la Juve è una stagione di transizione, basterebbe aspettare”

New York, New York… il motivetto, forse, è risuonato nelle orecchie di Fabio Capello, negli ultimi tempi. Il tecnico italiano, secondo quanto riportato da Goal, sarebbe il sogno di New York City, la franchigia di Pirlo e Lampard. Ma l’ex ct della Russia, ai microfoni di Repubblica, assicura: “No, ho smesso, non torno. Faccio passeggiate, vedo mostre d’arte contemporanea, guardo tante partite, le commento per Fox Sports”.

E, forse, non sarebbe male commentare la Serie A di quest’anno: “Sembra d’essere tornati ai miei tempi, quando erano in sette a partire per lo scudetto”, dice Capello. “I fattori sono diversi: i progressi continui della Roma, la grande crescita del Napoli  la maturazione della Fiorentina, che dopo aver fatto bene con Montella adesso con Paulo Sousa ha preso coscienza di essere una grande e di avere tutte le carte in regola per essere davvero protagonista. E poi è tornata l’Inter, come ho detto più volte Mancini è bravissimo a fare mercato e costruire una squadra”.

A Roma, l’ultimo grande trionfo è firmato Capello, ma questo potrebbe essere l’anno buono per rinfrescare l’albo d’oro: “A inizio campionato, ho detto che non poteva più nascondersi, con Dzeko e Salah deve puntare allo scudetto, non ha più scuse, e Garcia può farcela anche se l’ambiente di Roma non ha mezze misure, passa facilmente dalla grande euforia alla profonda depressione. La sfortuna, chiamiamola così, è che ora che la Juve si è attardata, ci sono quattro squadre alla pari”.

Dalle pretendenti allo scudetto, al momento, vanno escluse Juve e Milan, che si affronteranno nel prossimo turno di campionato: Il fatto che ci sia tanta competizione in testa può aiutare anche chi insegue, fa notare Don Fabio. “La Juventus ha un’ultima chance per rientrare, ma deve vincere tutti gli scontri diretti. Almeno, gli ottavi di Champions sono quasi al sicuro, può concentrarsi sul campionato per qualche mese”.

“Gli addii di Tevez, Vidal e Pirlo hanno scalfito la leadership, ma questi tre uomini erano anche decisivi per sbloccare le partite più difficili: Tevez l’uomo della scossa, Vidal del break e dell’incursione al tiro, Pirlo della precisione nei piazzati, che quest’anno la Juventus invece fatica a sfruttare. Ci sono giovani di qualità ed energia, è una stagione di transizione, basterebbe aspettare. Il problema è che alla Juventus aspettare è un verbo che non piace”.

E Pogba? Il numero dieci sembra essere stato un peso troppo grande: “Ma non l’ha scelto lui?”, commenta Capello. “E poi in campo non va la maglia, ma l’uomo. Il resto è un fattore psicologico. Piuttosto, ricordo che finora non ha quasi mai avuto Marchisio e Khedira al suo fianco. Con loro ha giocato molto meglio”.

Per il Milan, invece, sarà più difficile rientrare in corsa per l’alta classifica: “È un cantiere: ha bisogno di tempo, non si riesce a vedere in campo la grinta che vorrebbe il suo allenatore. Eppure, fra i tecnici in circolazione, mi riconosco proprio in Mihajlovic, per la sua determinazione”. Una bella investitura, insomma.

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