Juve, Cuadrado e le geometrie saltate ad Allegri

JUAN – Erano gli ultimi giorni di mercato, le ultime ore di trattative, quando all’aeroporto di Torino Caselle sbarcò Juan Guillermo Cuadrado, ala destra offensiva del Chelsea. L’arrivo del colombiano destò l’entusiasmo dei tifosi, Juan prima del trasferimento a Londra alla corte di José Mourinho, aveva fatto impazzire il pubblico di Lecce, la Fiesole e addirittura il ct della Nazionale Antonio Conte, all’epoca comandante della truppa bianconera, che vedeva nel colombiano un interprete perfetto nel suo 3-5-2. La storia è nota a tutti, il tecnico leccese non ha visto il suo sogno realizzarsi, e qualcuno accosta ancora il suo allontanamento da Vinovo a quel mancato arrivo. Juan, però, a Torino, alla fine ci è arrivato, l’ad Marotta, sul gong, l’ha strappato al santone portoghese del Chelsea per consegnare al conte Max un uomo di fantasia, dribbling, corsa e duttilità, un uomo che sembrava tanto mancare nella prima partita stagionale persa, allo Stadium, contro l’Udinese. Il colombiano non ha perso tempo, Juan si è messo subito in mostra mettendo in risalto tutte le sue qualità da funambolo e sembrando da subito insostituibile, quasi come se senza di lui la Juve non avesse opzioni per rendersi pericolosa.

MAX- Però qualcosa non tornava dall’inizio, qualcosa faceva riflettere i tifosi meno entusiasti di questo grande acquisto, qualcosa come un tarlo assillava Allegri, questo qualcosa era la posizione che il colombiano avrebbe dovuto occupare nello scacchiere del tecnico livornese. Come collocare, infatti, un’ala nel 4-3-1-2, come collocarla in quel modulo tanto caro e che tante soddisfazioni ha portato a Max? L’anno scorso ci si era inventati Vidal trequartista, ma adesso? Potremmo affermare, con pochi dubbi, che il Cuadrado amato da Conte non è arrivato a Vinovo per richiesta d’Allegri, quest’ultimo voleva un trequartista, nonostante le smentite di Marotta, anzi lo desiderava per impreziosire i suoi schemi, per elevare quella qualità tecnica tanto lodata. Ma se la società acquista un grande giocatore l’allenatore, aziendalista, non può che adeguarsi, non può che trovare la veste tattica giusta, anche a costo di rivoluzionare le sue idee e di accantonare le sue creazioni.

IBRIDO – Ecco che Juan è diventato titolare, inamovibile, di un 3-5-2 in occorrenza 4-4-2 e 4-3-3, titolare di un ibrido. Max ha brevettato un ibrido di nuova generazione con i giocatori in campo pronti a cambiare ruolo, pronti ad assumersi dei compiti e a ricoprire posizioni diverse nel corso delle gare. Ecco che il muro Barzagli, uno dei più grandi centrali difensivi d’Europa, può trovarsi ad agire da terzino, ecco che Pogba, centrocampista da 100 milioni, si ritrova ad agire sulla sinistra quasi come fosse un’ala, ecco che Morata, il nuovo Morientes, corre e ripiega come un tornante offensivo vecchio stampo. Verrebbe da dire: ecco che regna il caos tattico e che le geometrie, care a Max, son saltate.

Carlo Iacono

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