Assenze fatali: Marchisio e Khedira non sono degli optional per questa Juve

Doveva essere il match delle conferme, almeno per quelle riguardanti la ritrovata solidità e invece soltanto passi indietro. E’ emerso questo dal match perso contro il Sassuolo e l’aver subito, in pratica, un solo tiro in porta pericoloso, peraltro su punizione e sfortunatamente decisivo, non è una scusante. La solidità esiste in fase difensiva ma anche in quella offensiva. Essere solidi non significa subire poco, ma creare una struttura che si muova in maniera inequivocabilmente precisa e utile per il campo: esattamente ciò che è mancato ieri. Le cause (sì, al plurale perché sono tante) sono anche da ricercare nelle assenze di Khedira e Marchisio.

L’UNICO IN QUEL RUOLO – Che la Juve avesse trovato l’armonia di gioco nel periodo del ritorno in campo di due pedine come il tedesco ex Real e il Principino, non è certo una coincidenza. Dall’inizio di stagione, nella posizione che fu di Pirlo, ovvero di regista davanti alla difesa, hanno giocato un po’ tutti: Hernanes, ricordato finora in bianconero solamente per quel passaggio nefasto scatenante il contropiede di Higuain al San Paolo, Padoin sulla quale inadeguatezza in mezzo si è detto tantissimo, Lemina, dotato di gran personalità, ma di una visione di gioco e di una disinvoltura nel ruolo non paragonabile a quella del numero 8 bianconero. Quella posizione la può occupare solo Marchisio, è ormai un dato di fatto. Nell’anno in cui si sono registrate le partenze di uomini chiave, il monitor di controllo del reparto nevralgico del campo deve necessariamente essere affidato ad un calciatore esperto e che sappia abbinare a quantità e forza anche una buona dose di qualità nella distribuzione dei ritmi e dei palloni.

L’ELASTICO TEDESCO – Ieri è risultato evidente l’immenso distacco tra i reparti, in particolar modo tra quello offensivo e il centrocampo. Questione di trequartista? Non esattamente. Il lavoro di “collante tra i compartimenti” non deve per forza essere svolto da un 10 di qualità; a volte l’intelligenza tattica può sopperire la mancanza di fantasia. In poche parole, l’assenza di Khedira non è stata importante in Sassuolo-Juve, probabilmente è stata fatale. E’ mancato il classico elastico tra difesa e attacco che il tedesco garantisce ogni partita. Nei momenti di difficoltà d’impostazione difensiva, il trio di centrali bianconeri non esita a cercare appoggio sul campione del mondo, bravissimo a fare da scarico per poi restituire la sfera al compagno che nel frattempo si è liberato. In avanti discorso simile: Mandzukic affonda in area, collaborando pochissimo con il resto degli attaccanti, Morata e Dybala tendono ad allargarsi prima ed accentrarsi poi, attaccando di rado gli ultimi 16 metri. La presenza di Khedira nei pressi dell’area di rigore è fondamentale per le triangolazioni con Cuadrado, non casualmente spento al Mapei Stadium.

Marchisio e Khedira non sono degli optional per questa Juve. Sembra quasi assurdo e paradossale ammetterlo, ma l’importanza di questi due giocatori in una stagione cominciata malissimo è persino superiore a quella di Vidal e Pirlo in una squadra rodata come quella degli anni precedenti.

Impostazioni privacy