Juve, la confusione sul mercato restituisce una squadra ibrida. Ora tocca ad Allegri

Una rondine non fa primavera, ma due iniziano a voler dire qualcosa. Sia chiaro, questa Juve non è ancora al livello di quella dell’anno scorso (e come potrebbe?), la strada intrapresa, però, è quella giusta. Manchester e Genova hanno detto che, al momento, il 4-3-3 è un modulo da sviluppare, soluzione logica forse in assenza di un trequartista vero e con un Cuadrado così in palla.

Ma c’è da riflettere. Contro l’undici di Gasperini, in panchina c’erano 110 milioni. In pratica, buona parte degli acquisti della sessione estiva. Da un lato, tale abbondanza e qualità per le riserve è un bene, un lusso che pochi possono permettersi, ma un dato del genere fa sorgere una domanda: è stato sbagliato qualcosa sul mercato?

Allegri aveva chiesto un trequartista, non è stato accontentato. Il tecnico livornese voleva costruire la sua squadra sul 4-3-1-2, ma non è arrivato nessuno che potesse permettere il cambio di modulo in pianta stabile. Questo è già un errore. L’allenatore va assecondato, in seguito dovrebbe essere lui ad assumersi le proprie responsabilità. Al momento, invece, si trova in mano una creatura ancora in fase embrionale, un ibrido: non è pensata per il 4-3-3 (lo dimostra la presenza del solo Cuadrado come esterno d’attacco puro), ma pare proprio che sia questo l’abito migliore di Madama. A gennaio, se si vorrà continuare su questa strada, potrebbe essere necessario tornare sul mercato.

Sono partiti tre fuoriclasse, sono arrivati tanti buoni elementi e alcuni giovani di sicuro avvenire. Ora, se Pirlo e Vidal non hanno reso al massimo l’anno scorso, Tevez è stato sempre decisivo. La mancanza di un attaccante come l’Apache può essere importante, sia in campionato che in Champions. L’argentino, infatti, ha spesso sbloccato delle partite chiuse, che altrimenti sarebbero state brutte gatte da pelare. Morata e Dybala potrebbero raggiungere quel livello, ma sicuramente non sono ancora pronti. Ecco, un campionissimo avrebbe potuto dare un qualcosa in più a una squadra che sembra incompleta. In questo caso, però, c’è una giustificazione: gli attaccanti al livello di Tevez sono pochi, e giustamente non è facile arrivarci. Poteva essere fatto uno sforzo maggiore? Non c’è dato saperlo.

Altre mosse sono obiettivamente cervellotiche. In primo luogo, l’arrivo di Zaza: a fine mercato, addirittura, è stato vicino alla cessione. Una pazzia, dato che ha demotivato il ragazzo, che rischia così di bruciarsi. Un caso frutto della confusione che sembra esserci dietro ad alcuni acquisti. Al posto dell’attaccante azzurro, sarebbe forse stato meglio Berardi, alla luce del passaggio al 4-3-3. Ma, appunto, i piani estivi erano diversi.

Si rischia di pagare queste “indecisioni”, o meglio questi cambi di vedute. Se negli scorsi anni le rivali erano inferiori in numero e qualità, quest’anno la lotta per lo scudetto risulta più equilibrata, verso il basso (il che non è necessariamente un male). Ciò significa che la Juve deve guardarsi da più squadre, come quell’Inter prima in classifica a punteggio pieno e la solita Roma. Specialmente i nerazzurri possono essere la sorpresa, dato che sembrano avere anche quel pizzico di fortuna che serve. L’assenza delle coppe, inoltre, è un altro fattore da non sottovalutare. La Signora è avvisata, ora tocca a lei rispondere a dovere.

Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)

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