Buffon, parla chi lo scoprì: “Bucci era infortunato, io lo proposi subito. A diciassette anni era già un fenomeno”

Vincenzo Di Palmane ha visti tanti, di portieri: chi ha superato le sue paure, chi è rimasto vittima di un talento mai sbocciato. E anche chi, col suo essere fenomeno, ha saputo trionfare ovunque: in Italia, in Europa e nel mondo. Sì, perché Vincenzo Di Palma ha un grande merito su tutti: ha lanciato nella mischia Gianluigi Buffon. Secondo molti, il miglior portiere di tutti i tempi. Ecco il suo ricordo al Corriere dello Sport.

IL MIGLIORE –Mi chiedete se davvero Gigi è il numero uno? Per forza, è semplicemente il migliore . Bucci si era infortunato, quindi il posto toccava a Nista, il vice. Serviva un portiere, però. E Tanzi era pronto a intervenire. Io mi permisi di proporre Buffon, 17 anni: ‘Noi in Primavera abbiamo uno proprio bravo’. Ricordo questo non per prendermi un merito, ma per sottolineare come Gigi fosse un predestinato”.

NUOVO GIGI – “Come spiegare Gigi? Facile: è il numero uno dei numeri uno. Lo è per personalità, per qualità e per una caratteristica che non è di tutti. Lui è bravissimo a leggere la partita. Vede, prima il portiere difendeva la porta, adesso difende lo spazio. Per questo serve capacità di lettura tattica, altrimenti sei fuori. Ormai il 60% della prestazione di chi gioca in porta si svolge con i piedi. E questi sono dati. Buffon, oltre a coprire la propria rete, è velocissimo nel riconoscere l’evoluzione dell’azione avversaria. Se gli rimane questa concentrazione, questa applicazione, arriva ai prossimi mondiali in carrozza”.

LA NAZIONALE – “150 presenze in Nazionale? E pensare che il buon Maldini, quando eravamo ad Atlanta, con l’Olimpica, non faceva altro che sollecitarmi, un po’ scherzando, un po’ no: ‘Oh, vedi di frenare quel ragazzo, sta sempre a ridere e a parlare…Sennò lo lascio a casa…’. Io credo invece che quel carattere solare che poi è maturato, sia un’altra delle ragioni della sua forza morale. Non si esce da un infortunio come il suo, alla schiena, in età matura, se non hai grandi risorse, non solo fisiche. Gigi tra l’altro abbina qualità naturali a una grande attenzione alla preparazione; è uno che sa gestirsi da professionista. E per essere un portiere, non ha manie, né superstizioni. E’ sempre stato unico, come adesso”.

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