In mezzo al campo torna il cervello, ma mancano le idee

Il problema della Juve in queste prime due giornata, a sentire molti tifosi, sembrava essere l’impiego di Padoin in cabina di regia. Contro il Chievo Allegri ha potuto riavere Marchisio, schierato nel ruolo che dovrà ricoprire quest’anno, ma la musica non è cambiata. Non c’è stata traccia della sinfonia suonata in passato: solo una canzone fastidiosa, ripetitiva, monotona. E no, non si può giustificare tutto con la partenza del Maestro.

COSA VA – Per spezzare la negatività che avvolge ogni tifoso juventino in questo periodo, partiamo da cosa si può salvare. Innanzitutto con il ritorno di Marchisio la manovra aveva nuovamente un punto di riferimento al momento della ripartenza, anche se va detto che il Chievo ha chiuso molto bene le linee di passaggio dirette al numero 8 bianconero. Anche la cattiveria è sembrata quella giusta (o almeno si è sembrati sulla buona strada), mentre a livello di singoli si salvano solo Pereyra e i nuovi arrivati Cuadrado ed Hernanes. Il primo si conferma il più in forma atleticamente, e solo per un pizzico di sfortuna non è grande protagonista, ma è tra gli ultimi ad arrendersi. Il brasiliano è il più pericoloso dei suoi, lotta e si sacrifica, accettando anche di ricoprire un ruolo non propriamente nelle sue corde. Decisivo, invece, Cuadrado. Il rigore l’ha segnato Dybala, ma l’ha guadagnato il colombiano che, di fatto, ha dato un senso ai minuti finali. In mezzo a una Juve così in difficoltà non può stare fuori ancora a lungo.

COSA NON VA – Anche a voler essere ottimisti per forza, non si possono ignorare le note negative. Da chi partiamo? Per esempio Marchisio, che si è comunque mostrato lontanissimo dalla forma migliore. Davvero lontanissimo. Ha una vagonata di attenuanti, ma la prestazione è stata negativa. Ha lasciato il campo per un infortunio: incrociamo le dita. Le note più preoccupanti, però, sono indubbiamente Sturaro e Pogba. Entrambi sembrano i gemelli scarsi e supponenti dei due in campo nel finale della scorsa stagione e in Supercoppa. Urge una sveglia, soprattutto per il francese, il cui problema più grande sembra essere l’atteggiamento.

Edoardo Siddi

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