Questione di Principio… Paolino: “La Juve riparte quasi da zero anche in Champions. Al mercato do un 7 perchè…”

Ritorna l’esclusivo appuntamento targato SpazioJ.it con il noto scrittore e giornalista di fede bianconera, Principio Paolino, che si concede ai nostri microfoni per una chiacchierata sulle vicende calcistiche juventine.

 

– Durante le ultime settimane di mercato, alla corte di Allegri sono arrivati Alex Sandro, Cuadrado, Lemina ed Hernanes. Cosa ne pensi di questi acquisti? Che voto dai alla campagna acquisti bianconera?

Premessa: il rinnovamento era necessario, ma non mi aspettavo una rivoluzione, sono sorpreso. Anche per questo al momento per me la Juventus è indecifrabile. Sulla carta abbiamo preso dei buonissimi giocatori, di Alex Sandro si dice un gran bene e poi Evra non è eterno. Dal canto suo Hernanes può incrementare la qualità in mezzo al campo, mentre Cuadrado, con le sue caratteristiche, è la pedina che garantisce l’alternativa tattica. Il settore in cui siamo stati costretti a cambiare di più è il centrocampo ed è qui che si concentrano tutte le mie riflessioni. Marchisio è uno che fa legna ma ora dovrà fare il regista; Khedira non è esattamente un incontrista e anche a Pogba non si possono certo chiedere troppi compiti difensivi. Quindi la mediana mi sembra un po’ leggera per quel che riguarda l’interdizione. La chiave sarà proprio questa: se riusciremo a ovviare al problema trovando il giusto equilibrio, allora potremo continuare a sognare. Lemina può essere molto utile in tal senso, anche se è ancora giovane: ecco, questo è un altro aspetto da considerare; sicuramente sono stati ingaggiati diversi giocatori di prospettiva che però dovranno dimostrare di essere già pronti, perché noi tifosi vogliamo vincere anche quest’anno. Il voto al mercato è comunque positivo, diciamo 7, abbiamo guadagnato in freschezza ma perso in carisma. La Juve l’anno passato faceva paura già prima che iniziasse la partita, ora alcuni uomini-chiave devono crescere in fretta se vogliamo tornare a incutere quel tipo di timore.

– Rispetto agli ultimi anni, la Juventus dispone di una rosa completa in ogni settore del campo e, con i giocatori a disposizione, si potrebbe decidere di attuare ogni tipo di sistema di gioco. Se Principio Paolino fosse l’allenatore della Juventus, come manderebbe in campo i suoi uomini e perché?

L’acquisto di Hernanes è un indizio che porta al definitivo passaggio al 4-3-1-2 tanto caro ad Allegri. Vero, la Juve quest’anno potrebbe giocare in tutti i modi, l’importante però è che questa duttilità sia un pregio e non un difetto. Sarà importante arrivare quanto prima a una sorta di schieramento base, atto a certificare idee chiare e stabilità. Gli infortuni e un mercato completato dopo l’inizio del campionato hanno infatti generato un po’ di confusione; quello di Padoin, dapprima schierato nella zona nevralgica e poi escluso dalla lista Champions, mi pare un caso emblematico. Insomma, Allegri adesso ha una creatura tutta sua da plasmare a suo piacimento: la sfida è allo stesso tempo complicata e affascinante. E, sicuramente, la strada che il tecnico livornese può imboccare in questa stagione così particolare è quella della consacrazione. Senza dimenticare gli inevitabili aspetti psicologici: la mancata reazione al gol dell’Udinese e il fatto di aver lasciato l’iniziativa alla Roma per ottanta minuti testimoniano che il lavoro dell’allenatore debba partire dalla testa ancor prima che dalla tattica, dalla mentalità ancor prima che dalla formazione.

– Per la fase a gironi della Champions League, la Juventus incontrerà sulla sua strada Manchester City, Borussia MGB e Siviglia. Cosa ne pensi del gruppo che affronteranno i bianconeri? Quali sono gli avversari che temi di più e perché?

Pur essendo vicecampione d’Europa e pur avendo raggiunto dei livelli di gioco altissimi nella passata edizione, per i motivi fin qui enucleati la Juve riparte quasi da zero anche in Champions. E forse è un bene che sia capitato un girone così tosto. Il fatto di dover affrontare formazioni competitive magari ci farà scendere in campo senza condizionamenti. Il City è da anni che ha uno squadrone, però non riesce mai a trovare un’adeguata dimensione internazionale, speriamo che non si svegli proprio ora. Il Borussia è senz’altro una quarta forza scomoda, che ci obbligherà a tenere alta la concentrazione, specialmente in Germania, mentre il Siviglia vorrà dimostrare di valere la competizione continentale con la cassa di risonanza maggiore. Da parte nostra è invece chiaro che la riapertura (o la prosecuzione?) di un ciclo passi inevitabilmente dal superamento di questo girone: per l’umore, per l’autostima, per un segnale di continuità da sbattere in faccia alla concorrenza.

– Contro Malta, la Nazionale ha ottenuto uno striminzito 1-0. È vero, il materiale a disposizione di Conte non è esattamente di primissimo livello, ma a tratti forse sembra mancare anche la cattiveria agonistica che ha sempre caratterizzato le squadre plasmate dal tecnico leccese. Che idea ti sei fatto a riguardo?

Credo che a inizio stagione una squadra possa mettere in mostra diverse peculiarità, ma magari è proprio la cattiveria agonistica che non ha ancora nella testa e nelle gambe, lo stesso discorso vale anche per la Juventus. E poi diciamocelo francamente: non solo il materiale a disposizione di Conte è tutt’altro che eccelso, ma forse siamo di fronte a una delle Nazionali italiane qualitativamente più povere della storia. Specialmente in attacco, ma anche in altri settori. Se Allegri ha tanto lavoro da fare, il ct ne ha pure di più…

– Nel mondo del calcio, i fondi d’investimento come la Doyen stanno acquistando un’importanza sempre maggiore, al punto tale da arrivare quasi a condizionare le scelte di mercato delle società. Che idea ti sei fatto a riguardo?

In un mercato ormai impazzito e diventato quasi incontrollabile, fondi d’investimento come la Doyen rappresentano un’alternativa o addirittura un appiglio per continuare a essere competitivi. Sono una via d’uscita che, a mio avviso, deve condurre a una riflessione molto più ampia: non so per quanto tempo si possa ancora andare avanti con queste modalità. Credo che sia divenuto necessario anzi, fondamentale, l’intervento delle istituzioni centrali mondiali ed europee: il solo fair play finanziario non è sufficiente, urge una regolamentazione chiara e precisa del mercato. Con questo non voglio dire che i fondi d’investimento siano la causa, piuttosto sono l’effetto. Devono esserci regole uguali per tutti, al di là dei discorsi moralistici, il che non significa che uno sceicco non possa spendere i propri soldi come meglio crede, ma che un giocatore come Sterling non possa essere pagato 70 milioni, semplicemente perché non li vale: è l’effetto domino che ne consegue a essere devastante per il calcio. Intanto, anche la Juve ha fatto investimenti importanti: un motivo in più per ricordare a chi gode della nostra falsa partenza che i conti si fanno alla fine.

Intervista realizzata da Corrado Parlati

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