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Dentro la falsa partenza della Juve

La sconfitta con l’Udinese aveva sorpreso tutti, facendo sorgere molti dubbi ai tifosi più tendenti al catastrofismo, ma i più lucidi avevano rassicurato: ci può stare, a volte capita, servirà di lezione, il mercato aiuterà. La gara con la Roma sembrava l’occasione perfetta per riscattarsi, invece quanto accaduto all’Olimpico ha messo a dura prova anche chi dopo la sconfitta dello Stadium predicava ottimismo. Zero gioco, zero idee, Roma superiore e sconfitta meritata che lascia la Vecchia Signora clamorosamente a zero punti.

IL CROLLO DELL’OLIMPICO – Andiamo con ordine, partendo proprio dalla sconfitta contro i giallorossi. Che la squadra di Garcia ha meritato il successo l’abbiamo detto, ma non è possibile non evidenziare i demeriti della Juventus. La squadra di Allegri ha rinunciato a giocare la partita, e secondo chi scrive il tutto faceva parte di un piano ben preciso. Aspettare la Roma, ‘sacrificando’ Mandzukic là davanti e cercando di resistere puntando sulla solidità difensiva, per poi inserire nella seconda parte di ripresa i giocatori con più gamba: Pereyra, Morata e Cuadrado. Il gol di Pjanic ha rovinato tutto. Ma perché scegliere questa tattica? Qui arriviamo a quella che è senza dubbio tra le problematiche principali.

FORMA FISICA – La tattica di Allegri spiegherebbe anche la panchina di Pereyra e la scelta di un centrocampo muscolare con Sturaro e Padoin, e si è resa necessaria, seguendo la nostra interpretazione, per la forma fisica precaria della squadra. Sia chiaro, nessuno critica la preparazione svolta. Semplicemente la Supercoppa ha costretto a svolgere un certo tipo di lavoro e questo potrebbe essere la causa della forma non esaltante. I giocatori più imponenti e che fanno di atletismo e forza fisica le loro armi migliori, infatti, hanno faticato tutti: Sturaro, Pogba, Mandzukic, Chiellini, Padoin. E i più in palla sono sembrati coloro che, per un motivo o per l’altro, non hanno seguito totalmente la preparazione (Pereyra e Cuadrado). Abbiamo fatto una domanda in merito a mister Allegri in conferenza stampa, ma lui ha negato, evidenziando il finale in crescendo della squadra. Appare piuttosto evidente come il finale in crescendo non smentisca la teoria esposta.

MERCATO – Inevitabile un cenno al mercato. In molti hanno criticato amaramente Marotta ancor prima della chiusura. Il motivo? Allegri è stato obbligato a schierare Padoin in cabina di regia perché dal mercato non è arrivato il sostituto di Pirlo. Un altro Pirlo non è arrivato, ma siamo sicuri che la colpa della presenza del Pado in quella zona fosse di Marotta? Facciamo un esempio. La Juve ha due portieri di lievllo assoluto: Buffon e Neto. L’alternativa giocherebbe titolare in qualsiasi squadra e in questo modo la Juve si è tutelata. Immaginate se entrambi per uno strano scherzo del destino si infortunassero. Dovrebbe giocare Rubinho. Direste che è per colpa della squadra costruita male? Sostituite a Buffon e Neto i nomi di Marchisio e Khedira e a Rubinho Padoin e il gioco è fatto. Il caso influisce. Usarlo come alibi è da codardi, negarlo totalmente è da stupidi. Del mercato in generale parleremo in separata sede, ma nella nostra analisi era inevitabile questo chiarimento.

TESTA E CUORE – Fattore impossibile da ignorare: il nervosismo. La Juve in queste prime due uscite non è apparsa sicura e lucida come è sempre stata, ma ha mostrato tanto nervosismo e parecchie difficoltà di concentrazione. Bonucci non ha mai sbraitato tanto contro i compagni come domenica, mentre Pogba è sembrato quasi isterico. Segnali non incoraggianti, che denotano una mancanza di tranquillità. Compito di Allegri aiutare i suoi a ritrovarla. Prima ancora che sul modulo, il tecnico dovrà lavorare su questo. Benissimo, invece, cuore e orgoglio. La grinta è riemersa dopo lo schiaffo, portando quasi al pareggio e questa è stata senza ombra di dubbio la cosa che più di ogni altra fa ben sperare.

TATTICA – A livello tattico non è ancora sicuro come giocherà Allegri. Il 4-3-3 è un’ipotesi affascinante, ma la sensazione è che il 3-5-2 non verrà abbandonato del tutto, così come il 4-3-1-2, soprattutto ora che è arrivato Hernanes. Quel che è certo è che ci sono meccanismi da oliare e intese da trovare. Le incomprensioni tra nuovi e vecchi sono state innumerevoli e Mandzukic che taglia verso il centro, mentre il passaggio del compagno va in profondità sull’esterno è qualcosa che difficilmente rivedremo dopo la sosta. Uomini a disposizione e varianti tattiche non mancano, si può creare una creatura affascinante.

Edoardo Siddi (@Edosiddi)

This post was last modified on 3 Settembre 2015 - 10:18

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