Cessione Weah, lo statunitense svela: "Non c'era solo l'Olympique Marsiglia" - LaPresse - spazioj.it
Timothy Weah svela il retroscena circa la sua cessione dalla Juventus: “Non c’era solo l’Olympique Marsiglia”.
Negli scorsi giorni, il faldone Timothy Weah ha trovato una collocazione. L’esterno statunitense si è trasferito all’Olympique Marsiglia in prestito con obbligo di riscatto, nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata l’ufficialità. Un affare che genera una plusvalenza di circa sei milioni di euro.
Il ritorno in Francia del figlio d’arte è stato abbastanza turbolento. Le parole dell’agente nelle scorse settimane avevano fatto molto discutere. Si rischiava di andare a un muro contro muro, ma alla fine è prevalso il buon senso e tutte le parti sono state accontentate. La Juventus che ha ricevuto i 20 milioni di euro (circa) che chiedeva.
Felice anche il giocatore, che è tornato in Francia. Paese in cui voleva tornare dopo l’esperienza al Lille prima di passare alla Juventus. La sua volontà è stata chiara sin da fine giugno, quando i bianconeri erano pronti a cederlo al Nottingham Forest insieme a Mbangula. Il no del 25enne ha fatto arenare l’affare.
Oggi, Weah si è presentato in conferenza stampa e – tra i temi toccati – c’è stato anche il mercato dove non lo seguiva solo l’OM.
“C’erano altri club che mi volevano, ma io volevo solo il Marsiglia. Il Marsiglia è un grande club”, ha esordito Weah in conferenza dove è tornato anche sul suo recente passato alla Juventus.
“Ho avuto la fortuna di giocare per un club molto importante. Ho imparato molto a livello tattico. Arrivo a Marsiglia con molta esperienza, farò di tutto per lavorare con la squadra”.
Squadra fortemente desiderata e per cui non si è allenato con la Juventus negli ultimi giorni, da domenica in poi, quando ormai l’affare era concluso. “Trasferirmi in Italia mi ha fatto davvero bene – ha chiosato Weah -. Il campionato è molto fisico, molto tattico. Sono molto contento di avere un allenatore come De Zerbi, dà tutto e un giocatore come me ne ha bisogno!”.
