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L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo: serve per continuare a camminare (Eduardo Hughes Galeano).

Continuare a camminare: alla Juventus non resta altro che questo dopo l’ennesima scottante delusione europea. Se i primi anni a prevalere era la rabbia, dopo lo 0-3 subito tra le mura amiche dal Villarreal il sentimento più predominante è la rassegnazione. Bisogna rassegnarsi al fatto che questa squadra non è pronta a calcare palcoscenici così importanti, e non lo è per vari motivi: la qualità degli interpreti, ad esempio, è tra questi.

Juventus Champions Eliminazione

Uno dei meno imputabili per questa situazione è Massimiliano Allegri. Il tecnico ha dimostrato di saperci stare egregiamente tra i più grandi d’Europa, nonostante le critiche per il suo calcio poco spumeggiante. Alcuni calciatori, al contrario, no. Il centrocampo pecca di qualità: con una squadra chiusa manca la personalità negli inserimenti e nelle verticalizzazioni. Il possesso palla, nonostante il predominio nella prima frazione, è stato spesso sterile e fine a sè stesso. Le occasioni (poche) sono arrivate da qualche sporadica giocata dei singoli. La difesa è parsa troppo fragile. È bastato un episodio per far crollare il castello.

Perché questa Juve, da ormai diversi anni, è così: dà la sensazione di fare due passi avanti per poi allontanarsi di altri due. Un parallelismo che rende nuovamente utopico l’orizzonte chiamato Champions League.

This post was last modified on 18 Marzo 2022 - 09:09

Michele Lettieri

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Michele Lettieri