Mourinho: “Alla mia squadra succede quando si trova in una situazione di me***! Ecco cosa ci manca”

Nel post partita di Roma-Juve, ai microfoni di DAZN, ha detto la sua José Mourinho. Di seguito le sue parole:

“Purtroppo 70 minuti di controllo assoluto, la squadra che ha giocato bene, con la voglia di fare gioco, sia nel primo che nel secondo tempo. Volevamo avere il controllo del gioco, pressare alto e ci siamo riusciti per 70 minuti. Poi siamo collassati psicologicamente: il 3-2 mi ammazza perché Felix ha fatto una partita straordinaria nelle due fasi, quando esce il suo sostituto sbaglia alla prima occasione e prendiamo gol. Ma preso gol, se fossimo stati forti a livello mentale non ci sarebbero stati problemi, stavamo comunque vincendo”.

“I ragazzi hanno mostrato in quel momento tutta la loro fragilità psicologica, la loro paura e i loro complessi derivanti dal fatto che da un anno non vinciamo con le big. Per quanto riguarda l’arbitro, ha fatto un lavoro fantastico, anche con i cartellini. Ha fatto benissimo. Tornando alla mia squadra, invece, purtroppo la partita non è finita al minuto 70 e quindi sono usciti tutti i nostri difetti, anche a livello di profondità di rosa. Mi fa male l’anima perché non sono abituato a questo tipo di squadre ma sono qui per lavorare e migliorare”.

Su Felix e sulla sua posizione in campo:

“Felix tre mesi fa giocava con i ragazzini, oggi grazie alla sua umiltà e voglia di imparare ha fatto bene. Da un punto di vista tattico gli posso chiedere cose molto semplici, ma lui le fa. È stato bravo a creare problemi a Cuadrado ed è stato bravo anche in fase difensiva. Purtroppo la benzina che ha, a questi livelli, non gli consente di giocare per 90 minuti. E purtroppo quando è uscito abbiamo preso gol proprio in quella zona”.

La chiosa:

“Il gioco che abbiamo fatto per 70 minuti è il risultato anche del nostro talento, ma purtroppo c’è mancanza di personalità, non sappiamo gestire il gioco e le emozioni dentro al campo. Ho bisogno di aiuto da parte della società, ma sono certo di voler rimanere qui per tre anni. Adesso prenderemo un centrocampista di personalità, forte fisicamente e adatto ad avere delle responsabilità. Abbiamo bisogno di uscire dalla comfort-zone: i ragazzi devono diventare come me, non io come loro. Devono imparare a lottare per traguardi più importanti”.