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Rabiot è diventato Godot: cessione o posto fisso non arrivano mai

Adrien Rabiot ha pennellato un cross magico sulla testa di Cristiano Ronaldo per il vantaggio della Juventus sull’Udinese. L’ingresso del francese ha letteralmente spaccato la partita e la sgroppata degna di Cavallo Pazzo sulla fascia ha lasciato impotente la difesa friulana. Tuttavia il centrocampista non è un titolare fisso e sembra sempre sul punto di poter essere ceduto, e i motivi sono molti e variegati.

LA CRESCITA

Rabiot era una specie di desaparecido nella Juventus di Sarri fino alla ripresa del campionato scorso dopo la fine del lockdown. La sua crescita a quel punto è stata esponenziale, tanto che il sottoscritto a fine anno gli diede 4 per la prima parte di stagione e 8 per la seconda. Adrien confermò di aver capito la situazione dopo la rete contro il Milan, forse la più bella della Juventus lo scorso anno: “se non stai bene mentalmente questi gol non li fai”.

Il francese si è trovato male nell’inizio di stagione di Pirlo. Il centrocampo a quattro (o meglio, a due togliendo le ali) non lo aiutava e fino a gennaio inoltrato sembrava essere un’aggiunta inutile ad una squadra che tutto sommato girava discretamente grazie a McKennie, Arthur e Bentancur. Il crollo di questi ultimi nel corso dei mesi ha reso Rabiot più presente e decisivo.

Il gol contro la Lazio è frutto di genialità, l’inutile rete contro il Porto sottolineava la sua grande forza e prestanza fisica. Specialmente la seconda può ancora ricordare a tutti che nella debacle interna contro i portoghesi Rabiot fu uno dei pochi a salvarsi (insieme a Chiesa ovviamente), garantendo una prestazione di qualità e costanza.

LE PRESTAZIONI

Al netto di qualche errore, come il tocco di mano contro la Fiorentina, il francese si è dimostrato il migliore dei centrocampisti della Juventus nella seconda parte di stagione. Il suo posto in campo è nettamente meritato, frutto di un’applicazione e di una fisicità che pochi suoi colleghi possono vantare.

Deschamps, che lo ha richiamato in Nazionale, lo ha difeso pubblicamente sottolineando che deve essere titolare se lo si ha in squadra. Il punto è che questa titolarità alla Juventus non è indiscussa: le continue rotazioni a centrocampo di Pirlo – su cui si potrebbe aprire una parentesi lunga un altro editoriale – lo hanno spesso relegato in seconda fascia.

Rabiot è sicuramente un giocatore forte, anche più della sua nota discontinuità, e a Torino ha mostrato di saperci stare. Alcune critiche a priori sono sicuramente esagerate e non tengono conto di una squadra che ha delle prestazioni completamente al di sotto del suo potenziale. Al contrario, quelle del francese sono esattamente in linea con ciò che sa e può fare.

IL PROBLEMA

La questione che lo porta perennemente (ma mai fino in fondo) a ritenere il suo futuro lontano da Torino è il suo stipendio monstre da 7 milioni di euro l’anno. Certo, erano altri tempi quelli in cui la società bianconera non badava a spese per gli ingaggi, soprattutto per due parametri zero come Rabiot e Ramsey.

Fondamentalmente è questo il problema principale: il francese guadagna troppo per la Juventus di oggi. Le casse bianconere sono vuote e desiderose di plusvalenze per poter mandare avanti la baracca. Il suo ingaggio è praticamente insostenibile perché potrebbe essere garantito solo ad un giocatore insostituibile (come Dybala e De Ligt per esempio, che infatti guadagnano più di lui).

Qui però ci si scontra con varie questioni. La prima è il mercato: le altre società sanno che la Juventus deve vendere e ogni volta spingono al ribasso i prezzi; inoltre maggiore è l’ingaggio di un giocatore e maggiore è la volontà di pagare di meno il cartellino.

C’è poi la questione del campo: Rabiot “sa stare” nella Juventus, il suo sostituto potrebbe? La sicurezza non può esserci, soprattutto con le casse vuote e la volontà di imbastire operazioni “fantasiose” come i prestiti con obbligo di riscatto.

ASPETTANDO GODOT

Rabiot sembra diventato come il Godot dell’opera di Beckett, che non a caso amava molto la Francia: tutti si aspettano che arrivi o che succeda qualcosa, ma non arriva e non succede mai nulla. Per il centrocampista sembra lo stesso: sul mercato per il suo ingaggio, non viene venduto perché la cosa genererebbe questioni tecniche non indifferenti.

Sospeso nel mezzo, per il francese sembra ormai essere tracciata la via. Rimarrà fino ad un’offerta irrinunciabile (che a causa del suo ingaggio potrà essere anche di molto inferiore al suo valore), e poi andrà via. Nel frattempo le sue sgroppate sulla fascia saranno la gioia dei tifosi bianconeri, e qualche defiance di troppo porterà loro a volerne la cessione. E a lui non resta che continuare a migliorare: prima o poi qualcosa succederà.

This post was last modified on 3 Maggio 2021 - 21:10

Christian Carnevale

Laureato in Lettere, dottorando in Scienze Politiche all'Università di Roma La Sapienza, la cui passione per la storia delle relazioni internazionali non è inferiore a quella per il gioco più bello del mondo. Nella grande famiglia di Rompipallone dall'agosto 2019, sempre con uno sguardo ipercritico sul mondo del calcio.

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Christian Carnevale