I segreti della Juventus di Sarri: gioco, mentalità e l’umiltà dei campioni

C’è un sottile fil rouge che collega il minuto 80 di Inter-Juventus e il minuto 79 di Juventus-Lokomotiv Mosca: non la rete che ha fissato il punteggio definitivamente sul 2 a 1 per la Vecchia Signora, e neanche il modo in cui è arrivato il vantaggio. Il legame è la visione più manifesta dei segreti della Juventus di Sarri.

Il mister toscano fin dal suo arrivo ha imposto alla squadra di tessere le trame del gioco in continuazione, anche quando la partita impedisce di poter affondare ad ogni iniziativa offensiva. Il capolavoro è riuscito a Milano con i 24 passaggi consecutivi che hanno portato alla rete di Higuain, ma anche ieri sera abbiamo intravisto una squadra che non ha mai voluto mollare l’avversario, come se potesse addentarlo in ogni momento.

Questo atteggiamento, figlio certamente della filosofia di gioco di mister Sarri, non può che essere figlio però anche di una grande consapevolezza nei mezzi della Vecchia Signora, che come collettivo sembra avere una grande fiducia in sé stesso, qualcosa ripetuto continuamente nelle varie interviste pre e post partita dei calciatori.

Non possiamo poi che focalizzarci su di loro: un insieme di campioni che umilmente si è messa a disposizione dei dettami del tecnico, non a caso lodato da quasi tutti i bianconeri nelle loro dichiarazioni. Sarri ha forgiato l’anima di questa squadra portando ad una grande tenuta mentale, un’attitudine a non mollare mai ben incarnata da Paulo Dybala.

La doppietta di ieri sera è il coronamento di una risalita nelle gerarchie del tecnico, che sembrava avergli preferito Higuain come partner d’attacco dell’inamovibile CR7. La staffetta col Pipita sembra aver fatto bene alla Joya bianconera, capace di sfruttare ogni occasione importante per mettersi in mostra, a differenza di quanto gli capitava nel passato.

Sarri non perde però di vista gli obiettivi: questa squadra non può essere sbilanciata dalla contemporanea presenza in campo dei tre tenori sopra citati e deve mantenere un certo equilibrio. Inoltre la grande spinta offensiva necessita di un attento lavoro difensivo che però ha ancora bisogno di una registrazione a causa dell’improvvisa discesa in campo di De Ligt dopo l’infortunio di Chiellini, qualcosa che non ha dato al campioncino olandese la possibilità di adattarsi.

I margini di miglioramento in difesa sono quindi elevati, a partire dal rendimento del giovane difensore, che ancora deve trovare i meccanismi giusti con Bonucci, che però sembra essere tornato ai suoi livelli pre-Milan. A questo si unisce la rinnovata verve di Alex Sandro e un Cuadrado più che mai decisivo come terzino destro, senza dimenticare De Sciglio e Danilo che hanno dimostrato di sapere il fatto loro.

Anche a centrocampo l’intangibilità di Pjanic si accompagna ad un equilibrio che va ancora trovato ai suoi lati: Rabiot e Bentancur stanno iniziando a entrare nelle rotazioni, mentre Ramsey e Bernardeschi hanno permesso a Sarri di sperimentare con successo il modulo con il trequartista.

Si vede come questa squadra abbia larghi margini di miglioramento, resi più evidenti dall’inserimento ancora precario nei meccanismi del mister di Douglas Costa, che però ha dimostrato già di poter fare la differenza.

La Juventus ha ormai caratteristiche ben definite: gioco spumeggiante, pressione costante sugli avversari, consapevolezza, tenuta mentale e un insieme di campioni pronti a tutto per raggiungere i loro obiettivi. La Vecchia Signora non può che migliorare.

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