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Editoriale

“C’eravamo tanto amati” – Storie di ex, storie di ‘tradimenti’ non perdonati dai tifosi

L’Allianz Stadium non ha perdonato il ‘tradimento’ di Asamoah

“Il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce”. Cuore, passione, sentimento: nella serata di Juventus-Inter, risulta quasi impossibile non emozionarsi, non soffrire, non riportare alla mente quelle fotografie di vita che più ci ricordano il nostro personale derby d’Italia. Un gol, un’esultanza, uno schiaffo calcistico doloroso: chiunque ha impresso nella sua mente il suo Juventus-Inter, legato in maniera indissolubile anche i giocatori che calcano il prato verde.

Il calciatore. Una figura da idolatrare, da amare con i colori del cuore cuciti addosso e da rimpiangere con la casacca della squadra ‘nemica’. L’ex che ritorna nello stadio in cui è diventato grande, davanti al pubblico che lo ha consacrato come ‘modello’ è sempre un mantra nella cultura calcistica attuale. Applaudirlo? Fischiarlo? Ignorarlo? Tanti, tanti dubbi davanti a questi quesiti, soprattutto quando il giocatore in questione ha onorato la propria squadra del cuore con impegno e benevolenza.

Padoin, Matri, Pepe, Giaccherini, Quagliarella, Vidal, Pogba. La lista è lunga, libera di essere impreziosita da tutti quei nomi che hanno scritto la storia della Juventus nel corso degli anni e, una volta rientrati ‘a casa’, hanno ricevuto un’accoglienza degna di nota dai loro ex sostenitori. Ma ci sono anche quei nomi che, dopo aver intrapreso strade diverse, non sono stati perdonati dal popolo bianconero, sentitosi ‘tradito’ dalle scelte effettuate dai propri beniamini.

Ricordiamo benissimo l’accoglienza per Leonardo Bonucci nella scorsa stagione, ma tornando al presente nella nostra linea del tempo, occorre evidenziare qualche mugugno e qualche fischio durante la lettura del nome di Kwadwo Asamoah a margine di Juventus-Inter. L’addio del giocatore ghanese era preventivabile nella sessione estiva di calciomercato, ma il suo trasferimento ai ‘rivali’ nerazzurri non è passato inosservato in casa bianconera.

Un calciatore esemplare, un leader silenzioso capace di attendere con pazienza il suo momento e sfruttare il ‘carpe diem’ da vero professionista. Asamoah, arrivato in punta di piedi dall’Udinese, ha meritato la casacca juventina a suon di prestazioni e ‘garra’ in mezzo al campo, diventando ben presto un pilastro inamovibile nell’era Conte. L’arretramento in posizione di terzino gli ha ridato una nuova vita e una nuova linfa per riscrivere nuove pagine della sua carriera, vestendo i panni del jolly bianconero per duttilità e spirito di sacrificio. L’Inter, adesso, è la sua nuova casa: l’Allianz Stadium non ha apprezzato la sua decisione, ma nel cuore dei tifosi bianconeri rimarrà sempre un ricordo piacevole dello stakanovista ghanese.

This post was last modified on 7 Dicembre 2018 - 22:31

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