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Editoriale

Immenso, indiscutibile, indescrivibile: buon compleanno Alessandro Del Piero!

La vita è molto spesso difficile da spiegare. Ci sono legami che dureranno per sempre, senza alcun motivo ben preciso. Questi rapporti sfidano il tempo, le distanze e la logica perchè sono semplicemente destinati a vivere nonostante le avversità della nostra esistenza. Indubbiamente le relazioni possono finire, ma il sentimento che rimarrà nei nostri cuori difficilmente svanirà se l’emozione che si è provata è stata molto profonda: può esserci un arrivederci, ma mai un addio definitivo.

Alessandro Del Piero è stato un qualcosa di unico per i tifosi della Juventus. Immenso. Indiscutibile. Indescrivibile. E’ entrato in punta di piedi nella squadra bianconera in quel lontanissimo 12 settembre 1993, nella trasferta di Foggia finita 1-1. E’ entrato in punta di piedi nei cuori degli juventini partita dopo partita, giocata dopo giocata, segnando gol su gol. Si è capito subito che il ragazzino nato a Conegliano avesse un qualcosa di speciale dentro: forse per la leggerezza con la quale giocava, per i lampi di genio, per la classe, per l’umiltà. Quest’ultimo è l’aspetto più significativo che ha sempre avuto nel proprio DNA, la capacità di esser rimasto se stesso anche dopo aver vinto tutto ciò che si poteva vincere. E’ anche per questo che è entrato nel cuore degli juventini e non. La sua faccia da bravo ragazzo non è mai cambiata, neppure oggi che spegne le 44 candeline.

Il nome dato da Gianni Agnelli

Pinturicchio era un pittore raffinato, ma anche un uomo straordinariamente esile, particolare. Come quel suo nomignolo, quello strano soprannome che gli avevano dato gli altri che lo vedevano così gracile, che impazzivano nel vedere le pitture, i suoi meravigliosi affreschi. Era così unico e bravo Pinturicchio, che Papa Innocenzo VIII nel 1484 lo volle con sé in Vaticano. Doveva dipingere gli scorci, le bellezze d’Italia, il sublime. Doveva poetizzare tutto, fosse anche l’ordinario. Solo un uomo dalla grandissima cultura come Gianni Agnelli poteva dare un soprannome del genere ad Alessandro Del Piero, che fin dall’inizio della sua avventura bianconera è stato chiamato a pennellare giocate ed a creare arte a modo suo. Il gol “alla Del Piero” è diventato un simbolo del nostro calcio contemporaneo, un gesto tecnico che in molti provano ed emulare ma che in pochissimi riescono a compiere dignitosamente, un’opera d’arte che diffida dalle imitazioni.

Un Cavaliere non abbandona la propria Signora

Nel corso degli anni Alessandro Del Piero è diventato la Juventus, l’emblema per eccellenza della squadra bianconera che ha deciso di affidargli anche la fascia da Capitano. Non è stato un Capitano, ma IL Capitano: uno dei più importanti della storia della Vecchia Signora. Tale importanza è data soprattutto dal cavalleresco gesto di non abbandonare i propri colori nel 2006 in Serie B, quando le più grandi squadre europee erano sulle sue tracce per portarlo via da Torino. Per Alex i soldi non sono mai venuti prima della Juventus, l’amore verso la società che lo ha portato in cima al mondo è sempre stato più forte di tutto, anche della Serie B. E questo gli fa più onore. Dall’inferno della categoria cadetta al gol scudetto nel 2012 contro la Lazio, passando per la prima rete nel ritorno in Champions League contro lo Zenit, per la standing ovation del Bernabeu, il titolo di capocannoniere della stagione 2007/08 quando tutti lo davano per finito e la vittoria del Tricolore nel 2012.

Se la Juventus è tornata a dominare in italia e a far paura in Europa è anche merito di Alessandro Del Piero e di ciò che ha fatto nel percorso di rinascita.

Buon compleanno Capitano. Grazie di tutto.

Michele De Blasis

This post was last modified on 11 Novembre 2018 - 09:26

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