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Editoriale

Si legge Giorgio Chiellini, si pronuncia trascinatore indiscusso

Sarà che a questo calcio moderno manca un po’ di sano romanticismo.
Sarà che siamo rimasti in pochissimi ad essere legati a quella domenica pomeriggio in cui si concentrava tutto il meglio della Serie A: altro che spezzatino.
Ma ancora una volta, anche in questa serata di Coppa dei Campioni, pardon Champions League, a rubare la scena a tutti è proprio colui che non ti aspetti.
L’uomo copertina per antonomasia riceve la sua prima espulsione nella massima competizione europea, al suo debutto con la maglia della Juventus in Europa.
Tanta rabbia e lacrime che dimostrano l’umanità di Cristiano e che faranno sì il giro del mondo, ma la partita al Mestalla continua.
E nonostante la doppietta dagli undici metri di Pjanic e la discutibilissima performances arbitrale del direttore di gara Brych e del suo fido arbitro di porta, il protagonista è stato un insospettabile.
Uno di quei giocatori che ci mette sempre la faccia, finendo più partite col turbante che senza.
Uno di quei difensori leader che trascinano un reparto difensivo anche se la propria squadra resta con l’uomo in meno per 67 minuti in trasferta.
Uno di quegli uomini che hanno la Juventus nel DNA e da quest’anno la rappresentano con una fascia sul braccio.
Signore e signori, ecco a voi Giorgio Chiellini.

Brutti, sporchi e cattivi

Non sarebbe stato semplice rialzarsi dopo un’espulsione che ha del tragicomico.
Uno sport che non sembra essere più fatto per uomini, pronti subito a sobbalzare per qualche presunto scontro.
Meglio le donne che continuano a concepire il calcio come un’attivita che predilige fisico e contatto.
Eppure questi ragazzi lo hanno dimostrato più volte, la Juventus mostra il meglio quando viene ferita.
Ed è in queste notti che Giorgio Chiellini può esaltarsi.
Uno di quei volti bruttisporchi cattivi che però fanno letteralmente la differenza.
Più di Mario Mandzukic che questa sera è stato relegato ad un lavoro estremamente dispendioso.
Il capitano della Vecchia Signora si carica sulle spalle tutto il reparto difensivo.
Sgomita, scivola e anticipa chiunque si trovi davanti.
Da Rodrigo, centravanti della Spagna, al belga Batshuayi nel primo tempo.
Alle incursioni nella ripresa del subentrato Gameiro.
C’è una legge non scritta al Mestalla che tutti gli uomini offensivi di Marcelino rispettano per manifesta inferiorità.
Non si passa la linea tracciata da Giorgio Chiellini.

Daredevil

“Ho capitoche questa Juventus era parte di me che… ce l’avevo nel sangue”.
Più o meno così le parole di Matt Murdock, l’avvocato non vedente protagonista di Daredevil.
E la squadra bianconera sembra avere molto in comune con il protagonista della serie tv.
Ancora una volta il gruppo di Massimiliano Allegri si rialza nel momento più difficile.
Lo fa grazie a chi rappresenta la juventinità al meglio.
Perché in questa notte che sembrava essere iniziata col piede storto a raddrizzarla ci hanno pensato gli uomini più esperti.
Da capitan Chiellini, passando per Blaise Matuidi onnipresente a centrocampo.
Da Joao Cancelo, decisivo in entrambi i rigori fischiati a Federico Bernardeschi.
Perché forse questa Juventus non coinvolgerà per il gioco mostrato.
Perché forse l’Allegrismo non entrerà mai nel vocabolario Treccani.
Perché forse Chiellini non finirà nemmeno domani sulle prime pagine.
Ma ancora una volta questa squadra dimostra di esserci sempre e comunque.
Fino alla fine.

This post was last modified on 20 Settembre 2018 - 11:15

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