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Eu estou aqui.
Adesso sì, lo si può dire.
Due mesi fa la presentazione nella pancia dello Stadium.
Ed esattamente da quel momento non aspettavamo altro.
Vedere quell’esultanza iconica sul prato di casa.
E quell’istante è finalmente arrivato.
Cristiano ci ha messo 320 minuti per realizzare il suo primo gol con la maglia della Juventus.
Forse il più facile della sua carriera, ma che segna l’inizio di una nuova era.
Quella in bianconero. Quella con la Vecchia Signora.

La prima volta non si scorda mai

Cosa c’è di più romantico di una domenica pomeriggio trascorsa con l’amore di una vita?
La fede che ti porta a compiere pazzie pur di seguire la propria passione?
Perché in amore, lo sappiamo, la prima volta non si scorda mai.
Ed allora sì per tutto il popolo zebrato questo gol, di rapina e fortunoso, entra di diritto tra i più belli.
Tra quelli che rimarranno incisi nella memoria di ogni sportivo.
Perché questi applausi si tingono di bianconero ed hanno tutt’altra empatia, tutt’altro sentimento rispetto anche a quella famosa rovesciata.
Perché c’era andato vicino alla prima col Chievo.
Aveva fatto sobbalzare lo Stadium con quel bolide che solo un miracolo di Strakosha ha neutralizzato.
Ha tenuto tutti col fiato sospeso a Parma con quello stacco perentorio finito a due centimetri dal palo.
Ma oggi sì, questa volta quel maledetto pallone è entrato.
Ed allora JuventusSassuolo assume tutto un altro senso.
Sarà ricordata come la prima volta di Cristiano con la sua Vecchia Signora.
Ma il portoghese è abituato ad andare oltre alle cose semplici.
E’ abituato ad alzare sempre l’asticella.
Ed anche quest’oggi il 7 che conosciamo benissimo non ha deluso le attese.

Il giorno di Cristiano

Prima del gol al minuto 5 della ripresa, Ronaldo ci aveva già provato nel primo tempo.
Un destro da buona posizione deviato da Rogerio in corner.
Aveva assistito i suoi compagni al meglio con assist al bacio e colpi di fino per provare a sbloccare la sfida.
Ma il Fato quest’oggi aveva già deciso: la firma sarebbe stata proprio quella più prestigiosa.
Quella del numero 7 che la apre prima e la chiude poi.
Con un contropiede fulmineo partito da Emre Can che si conclude con un diagonale mancino chirurgico.
E mentre tutta l’Italia calcistica si domanda realmente dove possa arrivare…
E mentre alcuni quotidiani nazionali iniziano ad avere dubbi sulla prima pagina di domani…
C’è un popolo che pulsa. Ci sono 14 milioni di cuori che battono all’unisono.
Che ricorderanno il 16 settembre come una data storica.
Perché da oggi questa data sarà ricordata come il giorno di Cristiano.
Perché quell’Eu estou aqui si è trasformato in realtà. 
Perché la sua prima volta con la Vecchia Signora d’altronde non si scorda mai.

 

This post was last modified on 16 Settembre 2018 - 19:41

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