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Cos’è stato Higuain per la Juventus

Per spiegare cos’è stato Gonzalo Higuain alla Juventus bastano nove minuti. Quelli che separano il suo primo ingresso in campo dal suo primo gol. Contro la Fiorentina, alla prima di campionato, già decisivo; qualcuno gli criticava questo, di essere importante soltanto quando non contava. Ha zittito tutti, perché checché se ne dica, il Pipita ha messo la firma sui quattro trofei vinti a Torino, oltre alla finale di Champions raggiunta a suon di prestazioni sontuose e di gol importanti.

JUVENTINO VERO

Quando andò via da Napoli, Higuain venne chiamato mercenario. Lui, invece, si è dimostrato attaccato alla maglia e ai tifosi in un modo sorprendente. Possiamo essere più chiari e diretti: Gonzalo Higuain è stato uno juventino vero. Lo si è visto quando esultava, con quell’abbraccio metaforico verso tutti i tifosi in festa per il suo gol; lo si è visto quando festeggiava per un trionfo, senza mai dimenticare i supporters, la squadra, i compagni. Lo si è visto soprattutto quando si sacrificava, non riuscendo per partite a buttare la palla in porta, soffrendo maledettamente dentro, continuando comunque a rincorrere avversari e a interpretare in modo straordinario il ruolo di numero 10 che non è il suo mestiere. Ma lui lo ha sempre fatto al massimo, per onorare la maglia.

DECISIVO COME NON MAI

Potremmo stare qui a ribadire quali e quanti siano stati i gol più importanti della carriera bianconera di Gonzalo Higuain: dalle reti al Napoli a quelle con il Monaco, dalla sontuosa prestazione di Wembley fino al gol che ha fatto sobbalzare il cuore di tutti gli juventini, quello a Milano contro l’Inter. Simbolo di un Pipita che in 24 mesi è stato come la Juve: l’ultimo a mollare, sempre mostrando rispetto verso quel “fino alla fine” che non è mai uscito dalle sue corde. E alla fine, 55 gol in due anni sono un bottino importante, con una super prima stagione da 32 gol. Mai nessuno nell’epoca moderna aveva esordito così alla Juventus.

L’INGRATITUDINE DEL CALCIO

A volte il calcio è uno sport ingrato. C’erano pochi motivi per considerare il Pipita un fardello di cui liberarsi. E invece è arrivato Cristiano Ronaldo: non c’era più spazio per Higuain né per il suo elevato costo a bilancio. La Juventus aveva bisogno di fare cassa e le offerte tardavano ad arrivare. Il Milan è stata l’occasione che è arrivata per poter fare cassa ed evitare minusvalenze che sarebbero arrivate. Al tifoso, questo, poco importa. Perché Higuain ha dato tutto, è stato il centravanti perfetto, ha difeso la maglia e i colori bianconeri. E queste cose restano per sempre. Pertanto, quando tornerà a Torino, non ci sarà nessun fischio, nessun insulto, ma solo tanti applausi. Perché dalla Juventus passano tanti campioni, ma gli uomini come Gonzalo lasciano un segno indelebile.

This post was last modified on 2 Agosto 2018 - 21:10

Luigi Fontana

Sono nato nel 1997 e sono laureato in Ingegneria Informatica. Il calcio è la mia più grande passione e scrivere è lo strumento che utilizzo per manifestare le mie idee e le mie emozioni. "Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da questo atteggiamento. Vi posso assicurare che è molto, molto più importante di quello".

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Luigi Fontana