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Editoriale

Una Barbie bianconera puó festeggiare le donne?

Probabilmente il titolo è sbagliato. Sarebbe più corretto dire che la bambola è stata creata in occasione della festa dell’8 marzo, che come tutti sappiamo è la festa delle donne. Forse è sbagliato anche limitarsi a definire la nuova Barbie come “bianconera”: forse sarebbe più giusto puntare l’indice sul fatto che una bambola che gioca a calcio non esisteva. Forse sarebbe anche più corretto sottolineare che il colore della bambola non è il classico caucasico, con gli occhi azzurri e la chioma bionda, ma è il mulatto di Sara Gama, 29 anni da compiere il prossimo 27 marzo, capitano della Juventus Women.

Qual’è il significato di questa trovata? Tanti trovano questa trovata un marketing inutile, una cosa che solo la Juventus poteva chiedere di realizzare. Il branding, il marketing: si vive in un’era in cui tutto ciò che ci circonda sembra essere studiato per spingere le persone a comprare ciò che viene pubblicizzato. Già nel ‘700 Adam Smith aveva teorizzato “la mano invisibile” come forza astratta che spinge le persone ad acquistare. E la Juventus, quest’anno, ha già dato modo di spingere le persone ad acquistare qualcosa di esclusivo, come ad esempio la maglia dei 120 anni usata contro il Benevento.

Ci si chiede se sia giusto o sbagliato il senso di questa trovata. Esiste davvero il bisogno di avere una bambola con la maglia della Juventus? O peggio, sapere della sua esistenza?

Il mio pensiero è il seguente (e siete liberi di condividerlo o meno): la sua esistenza non mi cambia la vita. Né credo che la possa cambiare a chi la comprerà (al momento non è ancora in vendita). Quello che trasmette la Barbie Gama può essere di ispirazione per chi ci giocherà? Può darsi. Di certo non promuove nessuna qualità negativa, poco ma sicuro. Anche il colore della pelle può sensibilizzare di più le bambine per quanto riguarda il tema del razzismo: il tempo della ghettizzazione dovrebbe essere finito ma sta continuando, specchio di una società traviata da un’informazione faziosa sull’argomento.

Non so se lo slogan usato dalla Mattel “Una grinta in grado di ispirare ogni bambina a perseguire sempre i propri sogni!” sia un qualcosa di davvero perseguibile. Non so se una bambina si sentirà più grintosa con questa Barbie. Non so neppure se la maggior parte di queste bambole finiranno tra le mani di bambine sognanti o di collezionisti che la terranno in uno scaffale, magari ancora incelofanata nella scatola. In fondo stiamo parlando di un giocattolo. Parola che ha implicita nel suo significato il gioco. Gioco. Giocare.

Ps: gli unici giocattoli pericolosi che conosco sono quelli apparsi nel film “Small Soldiers”. Non penso siano paragonabili alle nuove Barbie.

This post was last modified on 11 Marzo 2018 - 16:58

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