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Editoriale

Amarcord Udinese-Juventus – Quando il 5 maggio significò scudetto…

Sembra quasi pleonastico ricordarlo. Perché alla fine, lo sappiamo, il 5 maggio 2002 è uno dei momenti scolpiti indelebilmente nel cuore di ogni tifoso juventino. La delusione di Perugia di due anni prima, una stagione vissuta da inseguitrice, quella partita dell’Olimpico che mai nessuno avrebbe immaginato fosse finita così. E invece…

LA GIORNATA PERFETTA

In 10 minuti, la Juventus chiuse la pratica con i gol di Trezeguet e Del Piero. Manco a dirlo, i due cannonieri principi della Juventus segnarono i due gol che, difatti, chiusero al Friuli una partita dalle poche pretese per gli “altri” in bianconero. A quel punto, però, dovevano arrivare notizie dall’Olimpico, perché i nerazzurri erano avanti di 1 punto in classifica. E all’inizio non furono buone, perché i gol di Vieri e Di Biagio portarono per due volte in vantaggio la squadra di Cuper. L’eroe del 5 maggio, però, non fu un giocatore con la casacca bianconera, ma un laziale che risponde al nome di Karel Poborsky, il quale segnò una doppietta nel primo tempo. Dopo il primo pareggio, arrivò la seconda realizzazione a pochi istanti dal termine della frazione, che mandò in tilt i calciatori dell’Inter.

LO SCOPPIO DELLA FESTA

Il secondo tempo diventò l’apoteosi della festa bianconera e colorò il 5 maggio di rosso sul calendario dei tifosi bianconeri. Le reti di Simeone e Simone Inzaghi affossarono l’Inter e consegnarono il 26° scudetto della sua storia a una Juventus quasi incredula. A Udine successe di tutto e non mancarono frecciatine, come quella di Antonio Conte: “Questa è l’amarezza di due anni fa a Perugia, e c’è qualcuno che ci guarda che c’era…” – con chiaro riferimento a Marco Materazzi, che era passato proprio dal Perugia all’Inter e che dopo aver praticamente tolto lo scudetto ai bianconeri, lo perse in quel pomeriggio del 5 maggio. Sono passati oramai 15 anni, ma nessuno ha mai dimenticato quella giornata.

This post was last modified on 22 Ottobre 2017 - 14:17

Luigi Fontana

Sono nato nel 1997 e sono laureato in Ingegneria Informatica. Il calcio è la mia più grande passione e scrivere è lo strumento che utilizzo per manifestare le mie idee e le mie emozioni. "Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da questo atteggiamento. Vi posso assicurare che è molto, molto più importante di quello".

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Luigi Fontana