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A Montecarlo con un atteggiamento diverso

Nessun dramma. A Bergamo hanno perso sia Napoli che Roma: campo molto ostico, quest’anno, visto che la Dea è a tutti gli effetti una big del campionato. La Juventus ha impattato proprio quando sembrava che dovesse portare a casa tre punti, che avrebbero praticamente chiuso la pratica Serie A. Non è ancora finita, bisognerà giocare al meglio le ultime quattro di campionato.

SEMIFINALE DI CHAMPIONS

Ma, prima di tornare a lottarsi il campionato con la Roma, effettivamente l’unica rivale rimasta, mercoledì sera la Juventus sarà impegnata contro il Monaco. Basterebbe forse questo a spiegare la mancata attenzione contro i bergamaschi e l’atteggiamento un po’ scialbo del primo tempo. Una semifinale di Champions League, da giocare in trasferta e da prendere con le pinze. Mai come quest’anno, forse, la Juve ha la consapevolezza di poter coronare un sogno e portare a casa quella coppa che a Torino manca da 21 lunghi anni. Anche e soprattutto per questo, qualche calo di concentrazione, dovuto alla poca pressione del match, potrebbe essere giustificabile. Anche se la Juventus è e deve essere abituata a certi impegni.

APPROCCIO DIVERSO

A Montecarlo, però, bisogna arrivarci con un spirito diverso. Sotto questo punto di vista, non c’è nessun dubbio che Massimiliano Allegri e i senatori del gruppo sapranno come fare a spronare tutta la squadra verso un risultato positivo. Partite del genere, inoltre, si preparano da sole. Ma il Monaco di Jardim è squadra tosta e preparata: prendere sottogamba l’impegno significherebbe conseguenze forse devastanti per il passaggio del turno. Se da un lato, pertanto, è possibile giustificare qualche abbassamento della guardia a Bergamo, dall’altro sarà totalmente fuori luogo l’atteggiamento del primo tempo dell’Atleti Azzurri d’Italia o lo sciagurato finale che ha gettato al vento due punti. La Juve rincorre un sogno, e per farlo, deve lottare al massimo: con le unghie e con i denti, undici gladiatori, dal 1′ al 90′. Montecarlo la prima tappa, costellata di trappole.

This post was last modified on 29 Aprile 2017 - 15:51

Luigi Fontana

Sono nato nel 1997 e sono laureato in Ingegneria Informatica. Il calcio è la mia più grande passione e scrivere è lo strumento che utilizzo per manifestare le mie idee e le mie emozioni. "Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da questo atteggiamento. Vi posso assicurare che è molto, molto più importante di quello".

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Luigi Fontana