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Juve, un gioco che non c’è: senza il guizzo, non si va in porta

A nessuno piace fare i disfattisti, soprattutto quando si parla di una squadra che, a ottobre, si ritrova prima in campionato, nonostante una sconfitta contro la seconda in classifica, e nel girone di Champions.  In questa fase della stagione, però, è lecito e d’obbligo analizzare ciò che va al di là del risultato, per capire realmente quali sono le prospettive e i limiti di una squadra.

IL GIOCO STENTA

In queste settimane, tante volte abbiamo sentito parlare di una Juve che gioca male, che non riesce a ingranare. C’è da dire, a difesa dei bianconeri, che con Allegri in panchina si è sempre mirato al contenuto e mai alla forma. La Juventus, infatti, ha cercato sempre di essere ben chiusa dietro e di attaccare, accelerando, appena possibile, per segnare e amministrare il risultato. E’ capitato sia in campionato che in Champions. Questa filosofia è stata anche accolta dai calciatori, vista soprattutto la granitica retroguardia che Max Allegri si ritrova a disposizione, una delle migliori in Europa. Non bisogna, dunque, aspettarsi calcio champagne, ma è altrettanto vero che non è possibile che, dopo due mesi di campionato, con 9 partite in Serie A e 3 di Champions, la Juventus non abbia trovato la quadra e non riesca a manovrare.

E LE OCCASIONI DA GOL?

Analizzando le ultime due partite della Juventus, è ovvio che esse Cuadrado-Lionesiano state decise da gesti tecnici. Lione-Juve è stata una partita in cui il carattere e la grinta hanno dato la vittoria alla Signora, ma anche grazie e soprattutto ai gesti dei singoli: Buffon paratutto, Cuadrado risolutore anche grazie a un pizzico di fortuna. Milan-Juve, invece, è stata decisa da un eurogol di Locatelli e una grandissima parata di Donnarumma. Sembra quasi, dunque, che, senza la giocata, la Juventus sia incapace di segnare. Gol di Cuadrado a parte, in 180′, i bianconeri non hanno creato un’occasione da gol, a parte il tiro di Khedira al 96′, sventato da una grandissima parata di Donnarumma.

SENZA TIRI IN PORTA

No tiri in porta, no party. E no gol. La manovra bianconera continua a stentare, e relegare tutto all’assenza di Claudio Marchisio significa minimizzare nettamente. La Juventus sembra avere problemi nel creare occasioni, nel manovrare, nel dialogare e nell’arrivare in porta. I gol arrivano da giocate estemporanee, frutto del fatto che ci sono tantissimi giocatori di qualità. Ed è alquanto imponderabile che una squadra con calciatori del calibro di Dybala, Higuain, Cuadrado, Alex Sandro, Dani Alves, Khedira e ancora altri, non riesca a creare gioco, risultando sterile e prevedibile. E quando si incontra una squadra organizzata, come lo è stata l’Inter, o il Milan, o il Lione, si va in clamorosa difficoltà.

PREPARAZIONE

L’unica scusante che possiamo trovare alla squadra di Max in questo periodo può essere la preparazione. In vista della Champions e di un finale di stagione rovente, infatti, è probabile che i bianconeri abbiano provveduto a fare una preparazione pesante per riuscire ad arrivare carichi nel periodo decisivo della stagione. Questo spiegherebbe anche il momento no di alcuni calciatori, come Khedira e Dani Alves, dal punto di vista prettamente fisico.

Nessuna scusante, però: urge migliorare e cambiare rotta. Lo sanno i giocatori, lo sa l’allenatore. La fortuna vuole che questo diktat arrivi in un periodo della stagione innocuo, in cui una sconfitta può addirittura fare bene e non c’è bisogno di vincere sempre per mascherare le difficoltà. Testa bassa e pedalare, perché adesso si dovrà iniziare a fare sul serio.

This post was last modified on 23 Ottobre 2016 - 16:39

Luigi Fontana

Sono nato nel 1997 e sono laureato in Ingegneria Informatica. Il calcio è la mia più grande passione e scrivere è lo strumento che utilizzo per manifestare le mie idee e le mie emozioni. "Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da questo atteggiamento. Vi posso assicurare che è molto, molto più importante di quello".

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Luigi Fontana