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Editoriale

Cuadrado, l’altra faccia della Juventus

Se la Juventus ha ipotecato il tanto bramato passaggio del turno lo deve, per questa sera, a Juan Cuadrado. Un gol pesantissimo e bellissimo, avversario lasciato sul posto con la sua solita naturalezza e destro fulminante. In un momento difficilissimo, con la squadra in dieci uomini e poco pervenuta in fase d’attacco.

CUADRADO, SANGUE BIANCONERO

La vittoria di stasera, seppur firmata Cuadrado (e Buffon) è frutto della forza del gruppo: uomini, professionisti e amici dentro e fuori dal campo, tutti uniti con l’obiettivo di trionfare con la maglia della Juventus. Ed è proprio questo gruppo che Cuadrado ha definito famiglia nel post partita di ieri sera, questo spirito che si respira nella Torino bianconera, che ha fatto sì che il colombiano tornasse alla corte della vecchia signora: nell’estate appena passata ha rifiutato ogni destinazione, ribadendo di volere sola la Juve. Squadra tutta ad un pezzo dove la sua allegria sudamericana è una piacevolissima eccezione alla regola. Squadra in cui, nonostante non sia un titolare inamovibile, si è sempre fatto trovare prontissimo negli appuntamenti importanti. Il gol all’ultimo minuto nel derby e il gol del momentaneo 2-0 al Bayern Monaco sono ancora stampati nella memoria dei tifosi e, sicuramente, anche nella sua. Non solo un grande estroso del dribbling quindi, ma anche un gran professionista, un amante della Juventus.

 

DUTTILE E IMPREVEDIBILE

Professionista, parola giusta per definire Cuadrado. Mai una parola fuori posto, sempre pronto a mettersi a disposizione della squadra e di mister Allegri. Così, in questi due anni, lo abbiamo visto sacrificare la sua naturale cuadrado-lionepropensione a saltare l’uomo per ripiegare in difesa, oppure affiancarsi ad Higuain  e Dybala in un ruolo inedito. Qualsiasi sia il ruolo di Cuadrado, però, il risultato è sempre lo stesso: totale scompiglio. Già, perché se i suoi balletti sono qualcosa di “diverso” nel mondo bianconero, anche il suo modo di giocare lo è. In una squadra solida e compatta è lui la mina vagante, l’uomo in grado di uscire dagli schemi, di dare vivacità al gioco. Quella di stasera è l’ennesima conferma. Centrocampo che non gira, attacco un po’ avulso dal gioco e pericolosità sotto porta ridotta al minimo. Una partita che sarebbe probabilmente scivolata verso uno 0-0 pieno di rimpianti senza la sua magia. E invece si è fatto trovare ancora pronto, come a dire che il rimpianto più grande sarebbe stato quello di non ricambiare il suo amore per la maglia, ignorando la sua voglia di tornare a Torino. Nessun rimpianto però, Cuadrado è bianconero, e tutti gli avversari dovranno vedersela con il lato meno prevedibile della Juventus.

 

This post was last modified on 19 Ottobre 2016 - 18:17

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