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spaziojit
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Dinamo-Juve, le pagelle dei bianconeri: Pjanić totale, Dybala e l’attimo sospeso

La forza della tranquillità: è la vittoria della consapevolezza, quella della Juve. Non sottovaluta la Dinamo, mai pericolosa, ma impone il suo gioco: senza faticare, con autorevolezza. È il gioco della Champions, quello che i bianconeri vogliono dominare: ecco le pagelle.

BUFFON, sv – Un solo brivido: una traversa colpita su una leggerezza della difesa. Per il resto, Gigi si gode la fredda Zagabria.

BARZAGLI, 6.5 – Solito, solido Barzagli: dalle sue parti non si passa. Una sola incertezza: si stringe troppo, in una occasione, regalando una chance ai croati. Che non la sfruttano, per fortuna. (PJACA, 6 – Entra o, meglio, rientra a casa. Fa poco, quasi niente, ma conta l’emozione).

BONUCCI, 7 – La sua importanza è esaltata da partite come queste: gioca da vero regista. Illumina per Pjanic, sul primo gol, poi trova altri corridoi: Khedira sciupa, a differenza di Miralem.

CHIELLINI, 6 – La sostanza c’è, è quella di sempre: non potrebbe essere altrimenti, stasera. Ma quell’insicurezza sulla traversa della Dinamo non passa inosservata: bisogna lavorare sui calci piazzati.

DANI ALVES, 6.5 – Ride. Con quell’aria beffarda da campione bambino. È brasiliano, semplicemente: un altro gol, che non è un gol. Corre, crea, è sempre al centro del gioco: uomo-ovunque, di nuovo.

KHEDIRA, 6.5 – Impreciso sotto porta: quando Bonucci ti mette a tu-per-tu col portiere bisogna buttarla dentro. Poi ringraziare: Leo e chi gli ha dato quei piedi. Sami, invece, si concede il lusso di sciupare. Smista e dà sostanza, ma fisicamente potrebbe iniziare ad accusare le tante partite.

HERNANES, 6 – Il Profeta vuole stupire. E far ricredere: i tifosi, sì, ma un po’ tutti. Criticato, magari troppo spesso, stasera fa bene quello che gli chiede Allegri: quantità e, quando serve, qualità. Tirare di meno, da troppo lontano, non sarebbe male: ma è il suo DNA.

PJANIĆ, 7.5 – Quarantacinque giri d’orologio: quanto basta al genietto bosniaco per incantare. Di nuovo: perché Miralem è questo qui. Nonostante la brutta botta presa. Realizza, poi illumina: quanta luce, quanta bellezza. (CUADRADO, 6 – Fuori ruolo, non impressione. Ma è meglio di Palermo: si può fare di più).

EVRA, 6 – Patrice è sinonimo di Champions. Ma la condizione fisica non è ancora quella giusta: gli anni si fanno sentire. Pochi affanni, sulla fascia: troppo sterile la Dinamo. Alex Sandro è insostituibile, ora come ora, anche se Pat servirà per la difesa a quattro.

DYBALA, 7 – Il tempo s’è sospeso nei trenta metri che ha percorso il pallone dal piede di Paulo alla porta. Un’attesa lunga, infinta, che si è prolungata ancora di più un momento prima di finire. Finalmente: che Joya.

HIGUAÍN, 7 – Gonzalo prende i dubbi sul suo rendimento fuori casa e li scaraventa in porta. Con gli occhi della tigre, di chi la Champions vuole andarsela a prendere: di destro, di testa. E di forza. (MANDZUKIC, 5 – Statico, fin troppo. Deve trovare la condizione, ma in fretta. Le occasioni non saranno moltissime).

ALLEGRI, 7 – Non è mai facile come sembra. Anzi: il paradosso è che sono queste quelle più difficile. La strigliata pre-gara serve: i suoi scendono in campo affamati, concentrati. Ma senza paura: così come deve essere. L’esperimento finale, il 4-2-3-1, può riservare sorprese in futuro.

This post was last modified on 28 Settembre 2016 - 15:10

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