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Editoriale

La Juventus è stata vittima del Psg: le colpe di una situazione gestita male

La scorsa sera, più o meno a quest’ora, Axel Witsel era tenuto in ostaggio nella sede della Juventus. Seguire in diretta la vicenda è stato come cercare di comporre un puzzle da mille pezzi. In meno di un minuto. Praticamente impossibile, con fonti che fino all’ultimo secondo hanno detto tutto e il contrario di tutto. Fino alle 22:59, a quanto pare, le società hanno provato a chiudere.

Le differenze tra Witsel e Draxler

L’operazione è sembrata una replica delle scorse sessioni di mercato: colpi da chiudere a poco dalla fine, spesso sfumati. È una colpa di Marotta e dei suoi collaboratori, su questo non ci piove. Se si è cercato Witsel con tanta insistenza, vuol dire che il reparto tecnico l’ha ritenuto importante. Ora, a differenza di altre situazioni del passato, è sembrata esserci una vera comunione d’intenti tra l’allenatore e la dirigenza.

Draxler Wolsfburg
Draxler, al centro della telenovela della scorsa estate

Il caso Draxler della scorsa estate non è paragonabile a quanto successo con Witsel. O, meglio, con la gestione della ricerca di un nuovo centrocampista. Allegri aveva ribadito la necessità di arrivare a una nuova mezz’ala, Marotta si era detto ottimista sull’affare Matuidi. Una situazione diversa rispetto a quella dell’anno scorso, quando i dirigenti non hanno mai sferrato il colpo per il trequartista tedesco. Eppure la disponibilità pare esserci, tanto più dopo il faraonico mercato di quest’estate.

La necessità del centrocampista

Partiamo da questo presupposto, quindi: il centrocampista era una necessità condivisa. Arrivare all’ultimo giorno utile per definire è quantomeno discutibile. L’accordo con Matuidi era totale, questo è vero: il centrocampista del Psg aveva accettato il trasferimento a Torino. Raiola, molto probabilmente, aveva dato garanzie sul buon esito dell’affare, altrimenti Marotta non si sarebbe esposto così tanto. Non è abituato a farlo, neanche quando le operazioni sono praticamente chiuse, figurarsi senza certezze.

Regola numero uno: mai fidarsi

Coman, “scippato” al Psg, poi ceduto al Bayern

Qui possiamo rintracciare il primo errore della perfetta gestione estiva: la troppa fiducia riposta nel Psg. Non era un mistero che i rapporti con i francesi fossero difficili, dopo i casi Coman e Ikoné. Inoltre, dalla società francese, almeno pubblicamente, non erano arrivate aperture a una cessione di Matuidi. Un centrocampista che, probabilmente, si sarebbe inserito alla perfezione nel sistema bianconero, che ora sembra mancare di un profilo simile.

Witsel aveva fatto di tutto per arrivare in bianconero

Witsel, forse, non sarebbe stato l’uomo ideale: è un giocatore meno dinamico, anche se più tecnico. Ha altre doti, come l’innata capacità di difendere il pallone e coprire gli spazi, oltre a ottimi tempi d’inserimento – da “rispolverare”. Tuttavia, i contatti con l’entourage del belga risalgono a prima della cessione di Pogba. Allora, stando a fonti dirette, i bianconeri avevano catalogato Axel come terza scelta. Nonostante ciò, il centrocampista dello Zenit aveva aspettato, rifiutando l’offerta molto concreta dell’Everton.

Regola numero uno: avere un piano B

Ecco il secondo errore della gestione di questa situazione: l’assenza di una soluzione d’emergenza, derivante poi dalla prima falla. La dirigenza bianconera avrebbe dovuto accelerare le trattative con lo Zenit, appena avuto segnali negativi da Parigi. In questo modo, infatti, i russi avrebbero avuto tutto il tempo per acquistare un sostituto all’altezza. Al-Khelaifi ha dichiarato una settimana fa di non aver intenzione di cedere Matuidi, tempo sufficiente allo Zenit per trovare un nuovo centrocampista.

Pogba, passato al Manchester United per una cifra record

Si è decisamente aspettato troppo, probabilmente a causa dell’eccessiva fiducia negli intermediari. Certo: una macchia non cancella l’immenso lavoro di quest’estate. La cessione di Pogba, ritenuta da qualcuno un neo, è dipesa in larga parte da altri fattori: la volontà del ragazzo, il lavoro di Raiola e un ruolo non indifferente di Adidas. Insomma: la Juventus ha potuto fare poco, ma l’intenzione era trattenerlo. Per costruire una squadra da sogno, almeno per una stagione. E anche qui si potrebbe leggere una certa insicurezza di trovare un sostituto degno.

La situazione della Juventus, adesso

Ricapitolando: la Juventus ha sbagliato ad arrivare al 31 agosto, per via di un’eccessiva fiducia nei confronti del Psg. I parigini hanno bloccato il mercato bianconero, creando una difficoltà a una diretta concorrente in Champions. Gestione perfetta della dirigenza parigina, ma i bianconeri avrebbero dovuto prevedere una situazione di rischio: è il compito di professionisti ben remunerati.

Qual è la situazione del centrocampo bianconero, adesso? È una grossa incognita. Asamoah e Lemina andranno in Coppa d’Africa, perdendo mesi importanti della stagione; Khedira è cronicamente fragile, mentre Marchisio è da valutare. Ma c’è una soluzione che si sta facendo spazio, a Vinovo: Marko Pjaca arretrato a mezz’ala.

Pjaca, potrebbe essere la soluzione al “problema centrocampo”

Il croato ha capacità tecniche e tattiche per giocare in quella posizione. Quando è stato presentato, lui stesso ha detto di aver giocato a centrocampo. E pare che Allegri sia favorevole all’esperimento. Ma, attenzione: così facendo si rischia di togliere un elemento all’attacco, creando un’altra mancanza. Ci sono da valutare pro e contro, ma una cosa è sicura: la Juve è stata vittima del Psg.

This post was last modified on 2 Settembre 2016 - 14:20

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