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Nuova stagione, quale modulo? La mano di Allegri sulla nuova Juve

Il mercato non ha ancora chiuso i battenti e casa Juve accoglierà con molta probabilità altri giocatori. Ma a soli due giorni dall’esordio dei bianconeri in campionato, è utile fare un ragionamento su quale modulo Massimiliano Allegri deciderà di adottare con gli uomini a sua disposizione. 4-3-1-2, 3-5-2 o ci sarà spazio per un nuovo assetto tattico?

UNA CERTEZZA IN ITALIA

AllegriQuesti due anni di gestione Allegri hanno portato nelle bacheche juventine il medesimo bottino: il cosiddetto “Domestic double”, l’accoppiata di trofei nazionali Scudetto e Coppa Italia. Il feeling con le competizioni italiche è assodato per la truppa guidata dall’allenatore di Livorno. Quattro coppe alzate al cielo grazie prevalentemente ad un modulo: il 3-5-2 ereditato nei numeri da Antonio Conte, meno nella sostanza. Tale modulo ha permesso di tenere in campo tre tra i difensori più forti al mondo, la BBC bianconera: Barzagli, Bonucci e Chiellini. E di sfruttare la ricchezza di esterni in rosa: le due accoppiate Evra-Cuadrado e Alex Sandro-Lichtsteiner. Il 3-5-2 secondo Allegri di quest’ultima stagione è un monolite fluido, capace di assumere configurazioni diverse in funzione dei momenti di gioco. In fase di difesa aggressiva e ad altezza media Allegri non rinuncia alle sue origini, e propone la difesa a quattro (spesso il Mister ai microfoni ha parlato di difesa a 4 mascherata) in un 4-4-2 arretrando il laterale sinistro (Evra o Alex Sandro), allargando Barzagli a terzino destro e impostando il centrocampo con una linea a quattro che vede Pogba spostato sulla fascia sinistra. Ma può anche disporsi basso serrando la linea arretrata a 5 e quella mediana a 3. Negando così agli avversari profondità e pericolosità al centro dell’area. La fase offensiva parte dalla costruzione bassa garantita dal rombo arretrato costituito dai tre difensori più Marchisio. La manovra si evolve a seconda delle caratteristiche dell’avversario: non solo manovra palleggiata ma palle lunghe a sfruttare le capacità dei suoi giocatori offensivi. L’ariete Mandzukic che funge da perno offensivo e Pogba abile nel dominare il pallone e allo stesso tempo i duelli fisici con gli avversari. La Juventus è capace di ribaltare il fronte del gioco grazie alle qualità in spazi ampi di molti suoi giocatori: Cuadrado ha rapidità, Alex Sandro ha progressione, Dybala ha tecnica e Morata velocità. Quando c’è da palleggiare con pazienza i due esterni si allargano a dilatare le linee difensive avversarie. I bianconeri sanno colpire per vie esterne ma anche per vie interne grazie al movimento combinato delle mezzali Pogba e Khedira e di Dybala. Questi tre sanno occupare gli spazi tra le linee muovendosi e andando così a proporre senza soluzione di continuità il 3-5-1-1 o il 3-4-2-1. Tale ricchezza di armi difensive e offensive ha contribuito alla conquista dei titoli nazionali.

IN EUROPA

Nella massima competizione per club a livello europeo (ma anche mondiale) il discorso cambia. Vuoi per il livello delle squadre o del loro modo di giocare, certamente diverso dal calcio che si vede sui campi della Serie A. La storia ci dice che mai nessuna squadra si è laureata campione d’Europa giocando con la difesa a 3, ma esistono le prime volte anche nel calcio. Se c’è un aspetto per il quale Massimiliano Allegri si è rivelato superiore al suo predecessore è proprio la gestione in Europa. I risultati parlano chiaro, al primo anno sulla panchina della Juventus il tecnico livornese è riuscito a giocarsi una finale di Champions League contro il pressoché imbattibile Barcellona di Messi, Neymar e Suarez. E lo ha fatto proponendo il suo modulo preferito, quel 4-3-1-2 sicuramente più europeo del 3-5-2. Certo poteva contare su uomini del calibro di Pirlo, Vidal e Tevez che l’anno successivo non ha più avuto. Nonostante la perdita dei tre fuoriclasse e l’innesto di ben 10 nuovi giocatori in rosa anche nella passata stagione Max è riuscito a ben figurare nell’Europa che conta. E l’ha fatto affidandosi a quel 3-5-2 che probabilmente non amava, a tal punto da trasformarlo in una creatura più sua, finendo, forse, per amarlo ancor di più del suo 4-3-1-2. Ma la piazza bianconera non si sazia con i buoni risultati, da vent’anni aspetta un successo in Europa e proprio quest’anno la dirigenza sembra aver lavorato per coronare i sogni dei suoi milioni di tifosi.

ANCHE LE STELLE VANNO GUIDATE

Nonostante la perdita di Paul Labile Pogba, volato oltremanica al Manchester United, il tandem dirigenziale Marotta-Paratici ha condotto sinora un mercato da 8 pieno. Ha portato sotto l’ombra della Mole cinque campioni: un difensore roccioso come Mehdi Benatia, l’esterno destro che tanto ha vinto col Barcellona Dani Alves, il centrocampista più qualitativo della Roma Miralem Pjanic, la promessa del calcio croato Marko Pjaca e il super bomber argentino Gonzalo Higuain. Ma anche i fuoriclasse hanno bisogno di essere inseriti in un contesto che funzioni ed è qui che deve sentirsi la mano di Allegri. Se è facile intuire che Benatia sarà la prima riserva del trio italiano Barzagli-Bonucci-Chiellini e che Higuain, una volta raggiunta la sua forma migliore, sarà la prima punta non è altrettanto scontato sapere come verranno impiegati gli altri tre.

Immaginiamo che Allegri intenda proseguire con il suo 3-5-2: nessun dubbio per quanto riguarda il reparto arretrato, pochi dubbi per quanto riguarda la coppia di attaccanti, Dybala e Mandzukic fino al completamento del rodaggio di Higuain, mentre a centrocampo, a parte gli esterni che saranno Evra o Alex Sandro a sinistra e Dani Alves o Lichtsteiner a destra, occorre considerare che Marchisio non rientrerà prima della seconda metà di ottobre e che Khedira è un punto interrogativo. Come inizierà il campionato la linea mediana? Dai test estivi si può desumere poco vista la varietà di soluzioni adottate. Una certezza forse c’è, suffragata dalle parole del Mister, ed è Pjanic in cabina di regia. Sebbene la posizione arretrata lo privi di alcuni suoi pregi quali l’ultimo passaggio e il tiro. Lo si è visto contro l’Espanyol, quando è stato avanzato a mezzala si è subito reso pericoloso. Detto questo aleggia un’ombra su chi ricoprerà i ruoli di mezzala. Asamoah pare tornato in forma e potrebbe occupare il lato sinistro del campo mentre a destra non convince a pieno Lemina. Il ragazzo ha buone prospettive ma deve ancora crescere. Pereyra sta deludendo ed è assai probabile una sua dipartita direzione Watford. Sturaro deve ancora recuperare dalla distorsione al ginocchio che si è procurato agli Europei contro la Germania. Pjaca dovrebbe essere adattato in quanto nasce esterno o seconda punta. Nonostante ciò il 3-5-2, con i giocatori a disposizione, sembra il più indicato. Infatti se Allegri dovesse propendere per il 4-3-1-2 aggiungerebbe un punto interrogativo alla casella trequartista. Pereyra non convince, Pjaca è ancora un diamante grezzo per esporlo ad un ruolo così nevralgico e l’arretramento di Dybala creerebbe un’insufficienza di organico in attacco. Si potrebbe pensare ad altri assetti tattici ma a così pochi giorni dalla sfida con i viola parrebbe azzardato mettersi a fare esperimenti. Col tempo si potranno provare nuovi moduli, adesso occorre partire dalle certezze che si hanno e in questi termini è il 3-5-2 a garantire più affidabilità. Da tutte queste indicazioni però occorre trarre una logica conclusione: la Società deve ultimare il mercato e regalare ad Allegri una o due pedine a centrocampo di alto profilo. Solo così i tifosi juventini non si ritroveranno a piangere l’assenza di Pogba.


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This post was last modified on 18 Agosto 2016 - 10:46

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