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Editoriale

Pjanic: un giocatore, tre ruoli

Il calcio d’agosto, si sa, vede le squadre più come dei cantieri aperti: idee e progetti si moltiplicano in una spasmodica ricerca della combinazione che riesca ad aprire il caveau delle vittorie. Così Allegri, che finalmente può contare su un gruppo oramai quasi al completo, sta cercando di sbrogliare la matassa, perché è vero che il mercato della Juventus sta facendo faville, ma le competizioni si vincono sul campo, dove si andrà a testare l’effettiva efficienza dei nuovi arrivi. La partita con il West Ham di oggi lascia in eredità un interrogativo: è Pjanic l’azimut su cui far ruotare le manovre bianconere? Un illustre predecessore ha ispirato la scelta di quel 5 sulle spalle, anche se a voler essere fiscali quell’ex centrocampista, alla Juve, indossava la 21, raccolta nel 2012 da Pirlo. La questione adesso è meglio un Pjanic alla Zidane o alla Pirlo?

MEDIANO –  Oggi è stato schierato davanti la difesa come l’ex milanista, la sua prestazione non ha fatto sicuramente sgranare gli occhi ai tifosi juventini, ma non ha nemmeno demeritato, una classica prestazione da 6 insomma. Ancora è troppo presto per dare giudizi definitivi, ma è lecito chiedersi se il ruolo non finisca per limitare le sue qualità, soprattutto per quanto riguarda il suo apporto in zona gol che l’ubicazione tattica finirebbe per annullare (eccetto i calci piazzati, chiaramente); una pericolosa amnesia al limite dell’aria gli poteva costare una figuraccia, ma il palo colpito dagli hammers sugli sviluppi dell’azione ha evitato al bosniaco di finire nella pagella dei cattivi. In definitiva la sensazione è che possa decisamente migliorare in questa posizione, sperando che la condizione nelle gambe e il ritmo, che non può non mancare in questa fase, lo aiutino a trovarsi meglio nel ruolo che fu di Pirlo. L’estrema qualità di cui dispone, nonché una certa fisicità troppo spesso trascurata, possono sicuramente incastonarsi nella zona nevralgica del campo, per lo meno finché Marchisio non recuperi definitivamente.

MEZZ’ALA – Alla Roma si è espresso al meglio in questa posizione: si avvicina alla porta, sfruttando notevoli abilità di inserimento ma anche quelle del tiro da fuori area, che può essere una soluzione decisiva specie contro le squadre che difendono in undici (e vista la forza della Juventus di questa stagione, potrebbe essere più di qualche partita). Il problema resterebbe il ruolo davanti la difesa che rimarrebbe con Hernanes – sempre se il mercato lo vedrà ancora in bianconero – unica e decisamente non convincente alternativa; a meno che Marotta e Paratici riescano a colmare questa penuria con l’ennesimo grande colpo dell’estate.

TREQUARTISTA – Altra posizione importantissima, dal vertice basso a quello alto, come si diceva, alla Zizou. Altre qualità certamente, ma è innegabile che Pjanic disponga delle giocate e dell’estro da vero fuoriclasse. E se fosse lui il tanto agognato trequartista di Allegri? Le sue doti di assist man non si scoprono oggi, il tiro sembra ricalcare quello magico di Juninho Pernambucano, cosa gli mancherebbe? Probabilmente solamente l’esperienza in quel ruolo, mettendo sempre più minuti nelle gambe e acquisendo consapevolezza potrebbe essere un’importante alternativa tattica.

UNICUUM – La parola d’ordine della Juventus formato 2016/2017 è solamente una: qualità. Ovunque venga schierato, il comune denominatore rimane la classe cristallina di questo giocatore, che finirà certamente con l’emergere con il tempo. La stagione che ci prestiamo a vivere e sviscerare ci restituirà un Pjanic su altissimi livelli e – se lo augura lui, come tutti i tifosi bianconeri – finalmente vincente.

 

This post was last modified on 7 Agosto 2016 - 17:38

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