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Germania-Italia, ancora una volta restiamo umili. Il passato non esiste

Ancora Germania-Italia di fronte l’una contro l’altra per contendersi onori e glorie d’Europa: le avversarie di sempre si incroceranno sabato 2 luglio alle 21:00. In palio c’è l’approdo alla semifinale dell’Europeo 2016 organizzato in Francia, e parecchi sono coloro che troppo presto si lasciano andare a facili entusiasmi, figli di un passato costellato da sfide e risultati sorridenti agli azzurri, ma che invece potrebbe nascondere insidie ed inganni futuristici. E’ bene fare attenzione dunque, riconoscendo ad una gara così importante l’attenzione e il rispetto che da sempre contraddistinguono la preparazione di impegni così delicati da parte della nostra Nazionale.

L’ESAME – Diciamolo, l’ottavo di finale disputato contro la Spagna si è rivelato anche un ottimo banco di prova per gli azzurri. Perchè in fondo la prima gara giocata contro il venerato Belgio, da sola, non è bastata a consacrare le armi a disposizione della truppa made in Conte. Queste sono la coesione, la grinta con cui si è bravi a sopperire alle modeste qualità individuali, specialmente dalla cintola in su, e lo spirito di sacrificio – enorme – da parte di chiunque sia chiamato a scendere in campo. Caratteristiche che a questo punto, forse, le altre big rimaste in corsa baratterebbero volentieri con le loro, costellate si da eccellenze di primo piano a livello individuale ed una piena coscienza di tutti i loro mezzi, specialmente sul fronte tedesco ed in virtù della corona di campioni del mondo in carica, ma anche povere di quella voglia di lottare e sacrificarsi anche per il compagno di squadra a corto di energie. Ci è dunque voluta la Spagna per catapultare l’Italia dal ruolo di comparsa a quello di favorita per la vittoria finale al pari di Germania e Francia, e per scandalizzare l’opinione pubblica europea sulla forza di quella che appare più che mai una compagine sempreverde. L’Italia, infatti, da tradizione raffigura il mostro delle avversarie difficile da piegare e duro a morire. Lo scoglio insormontabile capace di lanciare chi lo supera sino al fondo di ogni competizione con rinnovato vigore. Del resto proprio la Spagna ha aperto un ciclo vincente dopo aver eliminato gli azzurri nel 2008. Ciò non rappresenta un caso, nonostante le indubbie qualità dei giocatori iberici.

Inno Mameli ItaliaGERMANIA, ANCORA UNA VOLTA – E’ la sfida che non sembra conoscere fine, nonostante il parziale penda nettamente in favore dell’Italia. Difatti, i teutonici non sono mai riusciti a piegare gli azzurri in nessuna fase finale di un Mondiale come in alcun Europeo. Al massimo qualche pareggio, spesso ottenuto a reti inviolate. Segnale che il muro italiano è ostico da abbattere, e probabilmente comincia a generare anche qualche incubo di troppo, se non addirittura complessi di inferiorità calcistica. Magari la Germania ha persino tifato Spagna nell’ottavo di Euro 2016, perchè se non altro l’inerzia dei risultati ottenuti con gli spagnoli nelle fasi finali di Europei e Mondiali risulta già differente. E dunque, le due squadre protagoniste di quella che è stata denominata “la partita del secolo” targata Messico 1970, torneranno ad incrociare ancora una volta i loro destini, fra l’altro per la seconda volta consecutiva all’Europeo.

CALMA E RISPETTO – E’ quello che ci vuole per attendere al meglio la super sfida di sabato sera. Innanzitutto il rispetto per una Nazionale fortissima, composta da elementi di indiscusse qualità tecniche che, a differenza di compagini meno esperte, riescono a convivere insieme sciorinando un gioco convinto, aggressivo e organizzato. La creatura di Low non è esattamente la squadra per cui festeggiare, sapendo di doverla affrontare. Nemmeno se il trend sorride impietosamente in favore degli azzurri. E poi sarà necessaria la calma, oltre alla doverosa umiltà che suggerisce di mantenere un profilo basso nonostante la sontuosa prestazione offerta contro i campioni in carica uscenti, e nonostante l’incremento sostanziale delle chances di vittoria attribuite. Consci di partire comunque con gli sfavori dei pronostici ancora una volta, obiettivi e realistici per la cronaca, benché l’Europa del calcio si stia ancora domandando come fare per violare il muro difensivo azzurro. Un muro composto da una BBC supportata dal portiere più forte del mondo – Neuer se ne faccia una ragione – e da un centrocampo senza troppe pretese di fornire calcio champagne, ma sicuramente tosto e rognoso. Perchè l’Italia rimane la squadra tutta cuore, grinta e coraggio anche dopo aver superato l’ostacolo Furie Rosse, mentre la Germania ancora una volta si riaffaccerà all’eterna sfida interpretando il ruolo di panzer pronto all’assalto. Nessun timore dunque, l’Italia non lo deve a nessuno per via di quelle quattro stelle portate con orgoglio sul petto, ma i toni entusiastici lasciamoli a casa. Non ci appartengono. A noi piace stare sottocoperta, pronti ancora una volta ad attendere il momento giusto per entrare in azione e fermare il solito panzer. Ancora una volta.

Rocco Crea (Twitter @Rocco_Crea)

This post was last modified on 29 Giugno 2016 - 09:42

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