Disastro+relativo
spaziojit
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Alzi la mano chi ieri sera è arrivato alla fine della partita della Nazionale senza pensare: “Beh, dai, era scontato; e poi tanto era solo un’amichevole”. Alzi poi la mano chi tra gli juventini non ha aggiunto al precedente pensiero il seguente: “si lamentano sempre tutti del Blocco Juve, o dell’Ital-Juve, ma quando non c’è facciamo queste figure”. Ed in effetti ieri sera i bianconeri in campo erano al minimo storico: Buffon, giusto per arrivare all’ennesimo mini record personale (quello delle partite con la fascia di capitano al braccio, adesso quarto assoluto insieme a Zoff e dietro a Cannavaro, Maldini e Facchetti, oltre a incrementare quello delle presenze totali), Bonucci e Zaza, nemmeno uno per ruolo. Rispetto al solito mancavano sicuramente almeno Barzagli, Chiellini e Marchisio per infortuni vari, Rugani chiamato al posto di Barzagli era in panchina, e se il centrocampo è quello che abbiamo visto ieri per il futuro non potrà non essere preso in considerazione anche Sturaro.

I “Blocchi”: del resto, la storia recente e passata della Nazionale maggiore è da sempre caratterizzata dalla presenza di gruppi più o meno numerosi di giocatori che provengono dalla stessa squadra, soprattutto se appartenenti al cosiddetto pacchetto difensivo. Il motivo alla base è piuttosto semplice: va da sé che giocatori abituati a giocare insieme nelle proprie squadre di club riescano a rendere al meglio anche con la Selezione del Commissario Tecnico, con il dettaglio non trascurabile della necessità di intendersi al volo soprattutto appunto per i difensori. Un po’ come quando le squadre vengono rivoluzionate nel mercato estivo: fanno più o meno fatica ad ingranare nella stagione seguente in funzione di quanti e quali giocatori sono stati tenuti dell’ossatura precedente, fondamentale per impiantare i nuovi e armonizzare il tutto. Quando manca un’impalcatura derivante da una squadra solida, si rischiano imbarcate come quelle di ieri sera. Se non di una singola squadra, spesso si hanno miniblocchi di 5-6 giocatori provenienti da due, massimo tre società, con la Juve sempre presente tra queste, così come successo, guarda caso, in tutti i mondiali in cui siamo arrivati in finale o abbiamo vinto: 1934, 1938, 1970 (l’unico con un solo juventino tra i convocati, Furino), 1982, 1994, 2006, dove addirittura tra Italia e Francia c’era praticamente tutta la Juve in finale. Fino ad arrivare all’estremo del periodo del Grande Torino, dove i titolari della Nazionale erano per ben 10/11 appartenenti ai granata. Quella squadra da leggenda non ha mai potuto prendere parte ad un Mondiale perché a quello del 1950, il primo del dopoguerra, non arrivarono mai.

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Le colpe della Juve. Fa sorridere che in presenza dei cosiddetti blocchi dei giocatori, automaticamente se la Nazionale vince o perde diventa vanto o colpa della squadra di riferimento. Noi per primi ci esaltiamo se a segnare è lo Zaza della situazione, è vero, ma siccome spesso di recente la Juve ha fornito tanti e tanti giocatori, quando perde l’Italia è “colpa della Juve”. Tutti noi abbiamo sentito questo ragionamento perverso almeno una volta, e la presunta o reale juventinità di Conte non fa che fomentare questo pensiero. Del resto, negli ultimi anni proprio quella bianconera è la società che più si è mossa, e meglio, sul mercato dei talenti italiani, andando a scegliere giocatori per il presente e per il futuro anche in base alla nazionalità, per continuare ad appoggiare le membra straniere su italiche ossa. Mossa che sembra vincente, e che significherà nel prossimo futuro che in molte occasioni si parlerà di Ital-Juve.

La Nazionale che vince. In parallelo al disastro dei “grandi”, gli Azzurrini di Di Biagio ieri pomeriggio hanno ottenuto un’importantissima quanto imprevedibilmente sofferta vittoria fuori casa contro Andorra, sistemando quasi definitivamente la classifica in ottica qualificazioni all’Europeo di categoria del 2017. In gol, proprio per chiudere il discorso precedente, quell’Alberto Cerri considerato la grande promessa dell’attacco del futuro, preso in estate proprio dalla Juve e girato in prestito al Cagliari in B, “a farsi le ossa”. Se il ragazzo si farà come sta promettendo, sarà un altro piccolo mattoncino nel blocco Juve dell’Italia maggiore.

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

This post was last modified on 30 Marzo 2016 - 17:06

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