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Caso Marchisio: l’ennesimo inutile tam tam mediatico

Minuto 109′ della sfida tra Inter e Juventus di Coppa Italia. Simone Zaza, preso dalla foga di riconquistare il pallone, stende in scivolata D’Ambrosio e viene ammonito. Tutto normale, se non fosse che il telecronista Gianni Cerqueti accusa Zaza di “aver scalciato” e questo, a Claudio Marchisio, non sta assolutamente bene. Il Principino, su Twitter, risponde per le rime: “Telecronaca fatta da un non vedente”. Apriti cielo. Nasce l’ennesima saga dell’ipocrisia, tutta italiana.


RAI SCATENATA – La Rai si scatena, il sindacato dei giornalisti dell’emittente nazionale chiede una sanzione per Marchisio, che, ad onor di cronaca, qualche ora dopo chiarisce la sua posizione con un post su Facebook. Ci viene da chiedere se per la RAI sia normale bandire una crociata del genere contro un calciatore, che ha sì criticato il telecronista in questione, ma non ha offeso nessuno. Ancora più sterili sembrano le critiche per quanto riguarda la presunta offesa nei confronti dei non vedenti: non è presente, e se anche qualcuno sentisse il suo sensibile animo toccato, lo stesso calciatore bianconero, con il post successivo, ha confermato che non era suo intento recare insulto alle persone affetti da tale handicap.


ACCETTARE LE OPINIONI – È proprio Marchisio che, molto probabilmente, insegna ai giornalisti in questione come affrontare il proprio lavoro. “Sono sorpreso che un mio commento ad un’azione di gioco sia stato definito come una “delegittimazione” del lavoro altrui. Ognuno di noi ha il diritto
di esprimere il proprio giudizio su una partita.” – il commento del Principino. Sentirsi offesi, a tal punto da chiedere una multa, per un commento su una telecronaca che, a dire la verità, a molti ha fatto storcere il naso per presunta mancanza di imparzialità, significa quasi non conoscere cos’è il giornalismo.

Opinioni, critiche, giudizi, che devono essere accettato quando queste non concernono l’offesa. Che, in questo caso, non c’è stata. Si trova anche fuori luogo il paragone della Gazzetta Dello Sport, nell’edizione odierna, che ha considerato Marchisio “graziato” dal fatto che giochi in Italia, perché, per un caso simile, Balotelli era stato squalificato in Inghilterra. Ma siamo sicuri? Il tweet di Mario recitava “salta come un nero e afferra come un ebreo”. Insomma, la differenza c’è, eccome, non bisogna nemmeno star qui a spiegarla. All’attacco totale ha partecipato anche Maurizio Sarri, che ha dichiarato che “scagliarsi contro Sarri è facile mentre è meno facile farlo contro altri che hanno vinto tanto oppure che hanno collezionato cento presenze in Nazionale”.. Chi la spiega all’allenatore del Napoli la differenza tra una critica e una serie di insulti pesanti, da lui recati a Mancini?

E LA JUVE? – Sarebbe stata gradita, molto probabilmente, una nota da parte della società, che, però, ha preferito la via del silenzio, come tante altre volte. Sicuramente una scelta saggia, per non alimentare un polverone che, per quanto accaduto, ha veramente dell’incredibile. Un episodio veramente minimo ingigantito solo per ottenere pubblicità e discreditare qualcuno. Una risposta per le rime, però, avrebbe potuto anche permettere alla società bianconera di zittire questo tam tam mediatico e tutelare un pilastro della Juventus e della Nazionale Italiana.

Ancora una volta, in Italia si creano tante questioni per eventi che, in realtà, hanno poco valore. Tanto fumo, ma niente arrosto; bisogna, purtroppo, convivere con questa realtà e dare risposte nel settore in cui si è più capaci. C’è chi si affida ad avvocati, tribunali, e chi, invece, fa sognare i propri tifosi semplicemente in campo.

Luigi Fontana (@luigifontana24)

This post was last modified on 5 Marzo 2016 - 10:33

Luigi Fontana

Sono nato nel 1997 e sono laureato in Ingegneria Informatica. Il calcio è la mia più grande passione e scrivere è lo strumento che utilizzo per manifestare le mie idee e le mie emozioni. "Alcuni credono che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da questo atteggiamento. Vi posso assicurare che è molto, molto più importante di quello".

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Luigi Fontana