Le motivazioni non mancano mai: la lezione della Juve a San Siro

Le motivazioni non mancano mai. Lo aveva detto Massimiliano Allegri alla vigilia, lo ha ribadito Miralem Pjanic nel post gara. Quando sei la Juve, anche a campionato già vinto e con 5 gare che non valgono nulla per la classifica, vuoi vincere. Soprattutto se davanti a te hai squadre come Inter, Torino e Roma e sai quanto quelle gare valgano per l’intero popolo bianconero.

LA LEZIONE DELLA JUVE

A San Siro, la Juve ha dato un insegnamento importante: nonostante il campionato già vinto, non si gioca mai per perdere. Dopo un primo tempo sottotono, dove la squadra di Allegri ha rischiato di andare persino in doppio svantaggio, nel secondo tempo è scesa in campo la solita Juventus, quella affamata di successi e di vittorie, nonostante la gara contasse ormai quanto un’amichevole.

A segnare è stato lui, il solito Cristiano Ronaldo, che è così salito a quota 600 gol in carriera con i club. La Vecchia Signora ha poi “rischiato” anche di vincere, con il neo entrato Pereira, alla prima convocazione e all’esordio assoluto in prima squadra. Nel secondo tempo, si è vista un’altra gara, si è vista un’altra Juve. La squadra bianconera sembrava affamata, desiderosa di vincere per la gloria e l’orgoglio, e non per i tre punti.

Al 90′, la Juve è riuscita a portare a casa un punto che insegna tanto e che dimostra una cosa fondamentale: non ci sono partite da vincere e partite da perdere. Se giochi in bianconero, hai un solo obiettivo in mente: portare a casa ogni sfida. Soprattutto se è un derby d’Italia.

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