Re Mida Ronaldo: l’uomo dei record pronto a far sognare un popolo

Il 5 Febbraio del 1985 nasce a Funchal un certo Cristiano Ronaldo Dos Santos Aveiro.  Sin da piccolo il portoghese mostra qualità fuori dal comune: all’età di sette anni inizia a giocare nell’Andorinha, salvo poi passare al Nacional prima e allo Sporting Lisbona poi. Il suo talento supera ogni limite, tanto che il ManUtd di Sir Alex Ferguson decide nel 2003 di puntare su di lui. La maglia? La numero 7, quella di Best, Cantona e Beckham. Cristiano diventa il teenager più pagato della storia del calcio inglese. Con la maglia dei Red Devils mette a segno 84 reti e 45 assist in 196 partite, in Premier League. Al termine dell’avventura i numeri parlano chiaro:  una Coppa d’Inghilterra, due coppe di Lega, tre campionati, due Community Shield, una Champions League e un Mondiale per club.

L’ennesima svolta della carriera sontuosa del ragazzone di Funchal avviene nel 2009 quando il Real Madrid lo acquista per 94 milioni di euro.  Con la prestigiosa maglia dei blancos CR7 mette a segno 311 reti in 295 presenze in Liga, condite da 95 assist. Un bottino assurdo, più di un gol a partita. Nel 2015 distrugge due record di Raul, non uno qualunque: diventa prima il miglior marcatore della storia del Real, poi il secondo miglior marcatore di tutti i tempi nel campionato spagnolo. Con la maglia del Madrid ha vinto: 2 coppe spagnole, 2 campionati, 2 supercoppe, 4 Champions League, 3 mondiali per club, 2 supercoppe europee. Nel 2016, poi, riuscirà a vincere anche l’europeo col suo Portogallo. A livello personale, invece, sono cinque i palloni d’oro.  Per non parlare dei gol in Champions: 120 reti in 153 apparizioni.

Ci vorrebbe un giorno, o forse più, per parlare dettagliatamente della mentalità di CR7 e dei suoi trionfi e record infranti. Un calciatore straordinario, mai domo. Sempre pronto a migliorare e vincere tutto. Ecco: la mentalità di Cristiano unita a quella della Juventus. Binomio pazzesco. Sogno surrealistico? Assolutamente no. Nemmeno per Dalì.  Il 10 Luglio CR7 diventa ufficialmente un giocatore della Juve. Un colpo da maestri, firmato Marotta, Agnelli e Paratici. Cinque anni fa il numero uno della Vecchia Signora disse testuali parole: “Tra cinque anni si punterà a prendere uno come Ronaldo”. Una promessa non politica, di certo. Perché Cristiano è effettivamente arrivato. Un sogno per i tifosi bianconeri, in completa estasi dalle prime notizie sul portoghese. Un delirio dirigenziale, una lucida follia. Una società, in Italia e non solo, avanti anni luce per programmazione, gestione e comunicazione. I risultati sono una semplice conseguenza di un progetto vincente. Pogba, Coman, Higuain, Pjanic, Dybala sono solo alcuni dei colpi messi a segno dall’attuale proprietà bianconera negli ultimi anni.

Basti pensare all’attuale mercato: Perin preso subito, come sostituto di Buffon, Caldara e Spinazzola già juventini da tempo, Cancelo, grande rivelazione della passata stagione, con la maglia dell’Inter. Poi Emre Can, giocatore tatticamente fantastico, ideale per regalare equilibrio al centrocampo di Allegri. Poi il numero uno, l’uomo dei record. Nonostante mezza Italia in sommossa, ennesimo tentativo di arrampicarsi ad uno specchio per le allodole. Senza mai alzarsi in piedi ed applaudire una signora società. Che dalle ceneri ha trovato la via del Paradiso. Adesso con l’uomo dei record, per inseguire quella famigerata Champions League. Per vincere tutto e tutti. Anche le chiacchiere da bar. Il calcio è bello perché di tutti. Il bello della Juve: fatti, vittorie e Ronaldo. Il silenzio dei vincenti.

 

Francesco Ricciardi

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