L’incredibile cavalcata, la brutta frenata, e l’Alex Sandro da recuperare

I ghigni sono loquaci, inutile nascondersi. E i discorsi si svestono di futilità e si caricano di quel minimo di preoccupazione che serve per tenersi sulla corda, sulle spine, sul filo di un campionato che si deciderà come si decreta il campione dei pesi massimi: colpo dopo colpo, col fiato corto e l’affanno pesante. Bella, questa Serie A: non c’è che dire.

E’ che dentro c’ha proprio tutto: la gioia della rincorsa, la perseveranza del colpo finale, la preoccupazione di non scivolare all’ultima curva. Ecco: Ferrara sembrava il rettilineo sul quale cronometrare il giro che porta alla sosta. Toccava fare il record di tredici vittorie di fila. Solo che davanti c’era il quadratone di TNT tipo Crash Bandicoot. Mezzo tonfo.

IL PARADOSSO DEL “CI PUO’ STARE”

Non che sia saltata come quelle macchine, la Juve. Ma un po’ ha rallentato: batti, ribatti, e retropassaggi non hanno sortito l’effetto sperato. E la Spal s’è stancata, ma ha tenuto. E la sorte no, stasera era altrove: del resto, puoi mica fare sempre affidamento a lei? Stasera l’han vista in giro a dispensare un po’ di sana fiducia nelle parti del Sud Italia. Ognuno ha le sue botte e i suoi momenti di gloria. La ruota gira. E per fortuna.

Però il ragionamento a caldo, ma anche quello a freddo, porta ad una conclusione veloce, sbrigativa, per questo fondamentalmente giusta: è un pareggio che ci sta nell’ottica di mille situazioni. Perché questo mini(?) ciclo è stato devastante: fisicamente, mentalmente. Pressante nel continuo osteggiarsi a distanza, senza poter scaricare l’adrenalina del confronto diretto. Che avrebbe logorato, ma non quanto l’obbligo morale e di coscienza di portare a casa i tre punti. Ergo: non è questione di rilassamento, ma di prestanza mentale. Venuta meno dopo dodici vittorie di fila e sei trasferte vinte nelle ultime otto partite giocate. Bravi tutti. Tutti. A prescindere dal resto.

GLI ERRORI, QUINDI SANDRO

Per il resto, appunto, la lista dei cattivi è nota: il nome è quello di Alex Sandro. Un mistero alto, un mistero basso, un mistero soprattutto la sua presenza in campo e non la conferma di Asamoah terzino. Okay, Mandzukic: ma perché insistere con il brasiliano? Misteri della fede che si ripone in Allegri. Misteri che si sgretolano come il gioco juventino davanti al muro della Spal. Dai che ci dai, non si rompe: e in una notte di quasi primavera, qualche dubbio assale e un po’ di certezze vengono meno.

Stasera, e solo stasera, si ha l’obbligo morale di non pensare all’ennesimo clean sheet, alle fatiche infinite, alla pausa in arrivo e alla Champions che preme. Son due punti persi, ma allo stesso tempo uno guadagnato. Vincerà il Napoli? Meno due. Poi ci divertiamo. Ma che bel campionato.

Cristiano Corbo

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