Dall’esilio alla fascia: Lichtsteiner capitano contro il Chievo

Juventus-Chievo apre la terza giornata della Serie A, ma è una partita che, forse, apre una nuova era. Prima del 7 dicembre 2016 – ultimo match di un girone praticamente già deciso contro la Dinamo Zagabria, squadra materasso del raggruppamento – bisognava risalire al 18 dicembre 2013 (ottavi di finale di Coppa Italia contro l’Avellino) per avere un undici titolare che non presentasse nemmeno uno tra Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini. Acciacchi, età e calciomercato lo hanno reso ancora possibile, ma c’è di più. L’altro grande cambiamento riguarda la fascia di capitano. Dopo Del Piero, è toccata a Buffon. Quando non c’era Gigi, a turno la prendevano o Marchisio o un senatore della difesa. Oggi, però, all’Allianz Stadium non parte titolare nessuno di loro. E quindi la fascia tocca a Stephan Lichtsteiner.

TEMPESTA SUPERATA

È stato quasi per tre mesi sulla graticola, il buon Stephan. In realtà, lui è rimasto sempre ben saldo a Torino, la sua casa, il suo cuore. È voluto restare, molto probabilmente per quella che sarà la sua ultima stagione sotto la Mole, ma ne ha pagato le conseguenze. Sì, perché quando la Juventus ha acquistato Howedes, non vendendo Asamoah, Max Allegri è stato costretto a escluderlo dalla lista Champions. Una batosta per lo svizzero, che lo ha definito una grossa delusione. Poi la chiamata del Besiktas, sembrava un addio, ma ancora una volta Stephan ha resistito: l’amore verso i colori bianconeri è stato più forte.

SEGNALE

E allora ecco il segnale tanto atteso. La fascia, la prima nella sua vita da bianconero, forse anche l’ultima, chi lo sa, significa qualcosa in più. Un amore che va al di là dei contratti, dei soldi e dei beni materiali. Anche se, talvolta, poco apprezzato dalla tifoseria, Stephan Lichtsteiner ha il bianconero tatuato sul cuore. E oggi chiamatelo “Capitan Lichtsteiner”.

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