Il fuoco della gioventù e l’importanza dell’esperienza

Sempre più primi, sempre più protagonisti: ancora una volta, come se nulla fosse mai cambiato. Eppure, inevitabilmente, ci sono stati molteplici mutamenti. Partenze dolorosissime, arrivi strabilianti e nel mezzo tante innovazioni: tattiche, tecniche, societarie e non solo. Come è giusto che sia, d’altronde, quando sei la Juventus. Tuttavia, la costante è sempre la stessa: la vittoria, puntuale da cinque anni a questa parte. L’intenzione è quella di non fermarsi ancora, probabilmente di non farlo mai. Ma qual è il segreto della squadra bianconera? Un gruppo unito, sicuramente. Una società seria e competente alle spalle, anche. Probabilmente, la famosa mentalità vincente tanto agognata da altri. A tal proposito, Friedrich Nietzsche affermava che nessun vincitore crede al caso. La Juventus non vince per caso, questo è chiaro. E lo sanno bene soprattutto i vertici bianconeri. Forse, il segreto del successo di Madame può riassumersi in due semplici parole: programmazione e strategia.

GIOVANI E VETERANI: UN SOLO OBIETTIVO

La Juventus trae, indiscutibilmente, quel quid in più che la contraddistingue dall’interazione tra giovani e veterani. L’esempio e la saggezza delle “bandiere” mescolato alla freschezza e alla dinamicità di chi al mondo del calcio si sta appena affacciando. Il tutto si traduce in un trionfo di stimoli sempre nuovi, in un incentivo perenne al miglioramento fisico e mentale. Insomma, mix letale che fa le fortune della squadra bianconera e affligge chi questo “modello vincente” non riesce a seguirlo, o più semplicemente ad attuarlo. Le nuove leve, i giovani rampanti da un lato, dall’altro l’usato sicuro, la garanzia per antonomasia, le guide d’esperienza. La strategia è quella giusta e a confermarlo sono i risultati. Inoltre, il progetto messo in piedi dalla società bianconera oltre che vincente è indiscutibilmente affascinante. Dal classe ’78 Gianluigi Buffon al classe 2000 Moise Kean, nel mezzo 22 anni di vita; a confronto ci sono generazioni diverse, eroi differenti e una percezione dissimile della realtà e del calcio, ma l’obiettivo è unico: lottare per la Juventus e far gioire i tifosi bianconeri, facendo della polivalenza della squadra un punto di forza, un’arma da sfoderare con fierezza e orgoglio, un tratto identificativo imprescindibile per la Vecchia Signora.

DA BUFFON A KEAN: ESPERIENZA E DINAMICITA’

Juve-Atalanta 2-0 Dybala Mandzukic

Fitzgerald scriveva che la gioventù è un sogno, una forma di pazzia chimica. I giovani sono portatori di una sana follia che è sinonimo di allegria e libertà, nel calcio come nella vita. E’ tutta una questione di atteggiamento: si tratta della capacità di relativizzare gli eventi, di interpretarli non solo con più serenità, ma con un ottimismo contagioso. Ma chi sono i giovani di questa Juventus? Sicuramente quelli nati dal ’91 in poi, in tutto ben 10: Emil Audero, Daniele Rugani, Alex Sandro, Federico Mattiello, Rolando Mandragora, Stefano Sturaro, Mario Lemina, Marko Pjaca, Paulo Dybala, Moise Kean. Alcuni già di assoluto valore internazionale, altri di grande prospettiva futura. Ragazzi già maturi, perché la “scuola” Juve così vuole: non irresponsabili, ma giovani che si conoscono profondamente, hanno autostima e fiducia nelle proprie possibilità. Soprattutto, che non si pongono alcun limite.  Poi, abbiamo le “bandiere”, i “grandi saggi”, gli uomini spogliatoio. Abituati ad abbattere tutte le paure, tutte le difficoltà. Vivono nel presente, ma sempre proiettati al futuro.  Sono aperti a tutte le opportunità e le accolgono con coraggio e ottimismo, in un modo che a volte ci stupisce. Possiedono quell’energia vitale che si nutre di tranquillità interiore e della consapevolezza che la vita è adesso e bisogna approfittarne. Possiamo, ad esempio, citare: il capitano Gigi Buffon, la BBC difensiva, Patrice Evra, Dani Alves e Mario Mandzukic. E’ questo il segreto della Juventus, un mix letale, mai celato: personalità ed esperienza, follia e dinamicità. Un equilibrio perenne, per niente instabile.

IDEE CHIARE ANCHE SUL MERCATO

Inoltre, è evidente che il calciomercato della Juventus sia diretta espressione della strategia messa in piedi dalla Vecchia Signora. Infatti, Marotta e Paratici sono alla costante ricerca dei migliori talenti in Italia e in Europa, ma anche di calciatori d’esperienza che potrebbero rappresentare, da subito, un valore aggiunto sul piano tecnico e carismatico. Non a caso, i vertici bianconeri, hanno già chiesto informazioni all’Atalanta per i suoi “gioiellini”: Kessié, Caldara, Conti e Gagliardini. Pratica già chiusa per giugno, invece, quella relativa a Bentancur dal Boca e da tempo è stato prenotato Domenico Berardi. Occhi fissi, inoltre, sul ’93 Tolisso del Lione e il ’94 Lindelöf del Benfica. Ma che Juve sarebbe senza uomini d’esperienza a completare il mosaico? Allora, ecco che l’opportunità, questa volta, si chiama Thiago Silva, in scadenza di contratto con il Psg. Insomma, un colpo alla Pirlo per intenderci. Tutto in nome di una programmazione che ha già dato i suoi frutti e che, probabilmente, continuerà a farlo. E chi dice che la Juventus sia una squadra di “vecchi” sicuramente non ha capito niente, e per i bianconeri è meglio così.

Luca Piedepalumbo

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