Trezeguet: “Calciopoli? Quegli Scudetti li sento miei. Nel 2004 potevo essere ceduto ma…”

Se pensi a David Trezeguet inevitabilmente pensi alla Juventus. Il centravanti francese è il miglior marcatore straniero della storia bianconera e all’indomani dell’uscita della sua autobiografia Je suis Trezegol non può non parlare della sua Vecchia Signora. Sono diversi i passaggi nel quale parla del suo passato in bianconero e che la Gazzetta dello Sport riporta. Dall’amicizia e la stima con Alessandro Del Piero fino al periodo di Calciopoli. Ma gli aneddoti non finiscono di certo qui…

Trezeguet, la firma con la Juventus

“Didier Deschamps, Zizou e Titi (Zidane ed Henry, ndr) mi hanno convinto a firmare lì, parlandomi del club, della sua serietà, delle sue ambizioni, delle sue personalità e della sua storia. Michel Platini mi ha parlato molto bene di questa squadra nella quale ha trionfato negli Anni 80. Insomma, non ho esitato a lungo”.

Nel 2004 vicino alla cessione

“Il Barça inizia delle trattative con la Juventus per convincere i dirigenti a trasferirmi. Il suo allenatore, Frank Rijkaard, vuole mettermi al centro del suo attacco. Il progetto è attraente ma, all’indomani della sua firma con la Juventus, Fabio Capello mi chiama subito per dirmi che conta su di me. Vuole creare una grande squadra. Sto bene a Torino e non voglio partire a ogni costo, tanto più che il club si dimostra all’altezza delle ambizioni facendo firmare Zlatan Ibrahimovic, Fabio Cannavaro e Emerson. Alla fine rinnovo il contratto per quattro anni”.

Calciopoli

“Anche se decidono di toglierci i nostri ultimi due titoli in seguito allo scandalo Calciopoli, mi sento campione d’Italia 2005 e 2006, perché quello che è successo dietro le quinte non ha niente da vedere con quello che abbiamo compiuto in campo. Posso garantirvi che non ci è stato fatto nessun favore. Quei titoli sono meritati, nessuno ce li può togliere. Giuro di non aver mai visto niente di strano durante quelle due stagioni. Bastava guardare la formidabile squadra che avevamo! Non avevamo bisogno dell’aiuto degli arbitri per vincere. Quanto ai giocatori dell’Inter, non credo si sentano campioni d’Italia. Quell’affare è più burocratico che sportivo”.

Del Piero

“È un simbolo della Juve. È uno dei miglior giocatori con cui ho giocato. Non si accontentava delle proprie qualità, lavorava sui tiri dalla distanza e sui rigori, a ogni fine allenamento, cercando sempre di progredire”.

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