Analisi Juventus Women: un attacco che devasta

Il 2017 della Juventus Women ha conosciuto solo vittorie: sopra ogni rosea aspettativa. La squadra di mister Guarino sta schiacciando sempre più il campionato e finora non ha avuto pietà delle sue avversarie neppure in Coppa Italia. Andiamo ad analizzare, reparto per reparto, cosa si è visto in questi primi mesi di esistenza delle bianconere.

CHE TRIO!

A differenza di quanto scritto nella precedente analisi, qui si va sul sicuro: Bonansea-Franssi-Glionna. Tre giocatrici dalle caratteristiche diverse ma capaci in poco tempo di amalgamarsi in modo davvero eccellente. Partiamo con ordine: Barbara Bonansea è una giocatrice dal talento innato, capace con la sua velocità e la sua tecnica di azioni e gol da cardiopalma. Non a caso la sua straordinaria rete nella prima di campionato a Mozzanica fu eletta “gol del mese” a settembre, battendo Dybala e compagni. In campionato è attualmente la top scorer delle bianconere (6 gol finora) ed è considerata da molti la miglior giocatrice della squadra. Chi la pensa diversamente però, ha le sue buone ragioni: molto spesso Bonansea, palla al piede, fa quel passo in più che tramuta una buona occasione in una palla persa. Chi sta mettendo tutti d’accordo è Sanni Frannsi: l’altra finlandese della squadra è il classico attaccante da manuale. Tutto ciò che fa racchiude le doti di una buona punta: difesa della palla, far salire la squadra, portare via i marcatori per creare spazi. E ovviamente, prendere palla e buttarla dentro. Senza di lei la squadra ne risente parecchio. Chi ha però stupito più di tutte è Benedetta Glionna: Guarino non ha avuto dubbi nel metterla subito titolare ed ha avuto ragione. La giovanissima attaccante (classe ’99) garantisce una quantità mostruosa di corsa, resistenza, velocità e cattiveria sotto porta. La sua più grande qualità, tuttavia, sta nel trovarsi completamente a suo agio in entrambe le fasce, alternando un’ottima fase difensiva a quella offensiva. Per certi versi si potrebbe paragonare a Mandzukic, ma è meglio non scomodarci con queste similitudini.

E IL RESTO?

Le altre attaccanti a disposizione di Guarino devono sgomitare e non poco per trovare posto in campo. Per ora il trio Rood-Sodini-Cantore ha avuto più spazio in Coppa Italia che in campionato: l’unica a vantare una presenza da titolare in Serie A è Sofia Cantore nella sofferta vittoria a Bari (unica occasione in cui la Juventus Women si sia trovata in svantaggio). L’impressione è che con la sua velocità si trovi più a suo agio sulla fascia che non al centro dell’attacco. Da provare anche come seconda punta, magari con un trequartista dietro. Simona Sodini, in questo momento, è l’unica giocatrice della squadra ad avere più di 30 anni. L’unica che la raggiungerà sarà Hyyrynen, che compirà 30 anni a febbraio. Abbastanza ipotizzabile quindi un suo scarso utilizzo, come altrettanto ipotizzabile il suo impegno messo sempre in campo; per lei anche la gioia delle reti messe a segno nella prima storica partita contro il Torino. Chi invece rimane un mistero è la neozelandese Katie Rood: una doppietta contro il Torino e poi il vuoto. Utilizzata pochissimo finora, si è rivista nel match contro la Juventus Femminile da titolare, ma con una prestazione fantasma. Chissà cosa potrà riservare il futuro.

Potete trovare le analisi degli altri reparti cliccando su centrocampo e su difesa.

I commenti sono chiusi.

'); }); return; }, add : function(_this){ var _that = jQuery(_this); if (_that.find('p.cpwp-excerpt-text').height()