Cherubini: ” Le seconde squadre sono fondamentali e su Kean…”

Nella giornata di ieri il vice direttore sportivo bianconero, Federico Cherubini, è stato intervistato dai giornalisti di Tuttosport. Il cosiddetto braccio destro di Marotta e Paratici ha parlato, tra le varie cose, del futuro dei giovani bianconeri e seulle tanto discusse “seconde squadre”.

QUALE BIANCONERO IN PRESTITO STA FACENDO MEGLIO?

«Penso ad Audero, in un ruolo difficile come quello del portiere. Poi, a parte i vari Caldara, Spinazzola, Mandragora, c’è chi
sta tornando alla ribalta dopo un calvario fisico: come Margiotta, il simbolo del nostro progetto. E’ un attaccante che ha collezionato varie esperienze in Lega Pro e ora si è stabilito a Losanna dove si è completamente ricostruito un’immagine, un valore, tanto che a suon di gol è seguito da club di primissima fascia che partecipano pure alle Coppe europee: Young Boys e Basilea in Svizzera, ma è monitorato anche in Germania e Francia».

MOLTI HANNO “PERSO IL TRENO”… COME BELTRAME

«Sì, Stefano ha scelto di formarsi in Olanda, lui che con la Juve di Conte debuttò pure. E visto che in Italia avrebbe rischiato di essere bollato come un talento che ha fallito, abbiamo pensato: perché non fare un’esperienza all’estero? Così s’è trasferito
in Olanda e ha chiesto di rimanere lì, ma cambiando club al secondo anno: dal Den Bosch al Go Ahead Eagles. Ma siccome
è ancora di nostra proprietà e ha tanto talento, non so se riuscirà a tornare alla Juve però di possibilità ne avrà».

COME è NATA L’IDEA DEI PRESTITI ALL’ESTERO?

«Con Marotta e Paratici pensammo idealmente alla possibilità di “piantare bandierine” nei 15 Paesi europei più interessanti e tra noi demmo al progetto il nome di Club 15, puntando a valorizzare nel tempo il rapporto con alcuni club. Non conta solo avere un calciatore in prestito, ma far parte di una galassia. Creando questa rete e consolidando i rapporti in un network di club dal livello più basso del nostro c’è la possibilità di avere informazioni, assistenza e supporto su un ambito completamente diversodallo scouting.».

SERVIREBBERO COSì TANTO LE SECONDE SQUADRE?

«Innanzitutto si dimezzerebbe il numero dei prestiti e la maturazione dei ragazzi avverrebbe al nostro interno, inoltre, con le seconde squadre, si creerebbe una squadra competitiva con il valore aggiunto di fare un percorso veramente completo. Se il Kean di turno fosse rimasto alla Juventus, avrebbe potuto allenarsi con la prima squadra, essere eventualmente a disposizione di Allegri, altrimenti giocare con la seconda squadra in B o in C. E addirittura nella Youth League sarebbe potuto scendere in Primavera. A quell’età è importante sfruttare il massimo dell’allenamento, non perdere mai una settimana di lavoro e ogni weekend giocare una partita competitiva.

UN GIUDIZIO SU KEAN

«Ora Kean sta seguendo il suo percorso alla grande col Verona e spero che torni presto qui da noi alla Juve, ma se penso ai tanti altri ragazzi che non ce l’hanno fatta… forse con le seconde squadre sarebbe andata diversamente».

CI SONO DEI RAGAZZI NEL SETTORE GIOVANILE “DA JUVE”?

«Sì, ma il salto in una società come la Juventus è molto complicato, pensiamo che ci sono campioni che restano fuori. Intanto
se mettiamo in un campetto i giocatori della Primavera degli ultimi tre anni, unitamente ai calciatori di prospettiva e
a quelli cresciuti qui alla Juve, abbiamo un valore importante. L’obiettivo diventa quello di generare introiti per la società in
un circolo virtuoso: chi lavora nel settore giovanile alla Juventus ha a disposizione strutture e risorse al top».

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