Prima Alex Sandro, ora Dybala: quando la panchina è la cura (o forse no?)

In uno spogliatoio di campioni come quello bianconero il rischio di rimanere in panchina c’è sempre.

Massimiliano Allegri non ha un compito facilissimo. Cerca sempre di schierare chi trova più in forma nel corso della settimana, non facendo sconti neanche ai “top”. Questa caratteristica lo espone talvolta a critiche da parte dei tifosi, i quali non si capacitano del fatto che il loro beniamino non sia tra i titolari.

I casi di questa stagione

La panchina è stata “assaggiata” pian piano da tutti fino ad ora. Gli impegni, la condizione fisica, gli infortuni sono le cause che portano alle rotazioni del mister.

Lo scarso rendimento di Higuaín nelle prime giornate di campionato gli è costato più volte l’esclusione dagli undici titolari. Successivamente è toccato a Pjanić, martoriato dai problemi fisici ma anche poco efficace in certe occasioni.

Anche Paulo Dybala, che sembrava inamovibile dopo l’inizio strabiliante di stagione, sta attraversando un periodo non semplice. Allegri, sempre per stimolarlo, ha preferito ultimamente Douglas CostaMandžukić al servizio di Gonzalo. Lo stesso discorso vale per Alex Sandro, insidiato nel ruolo da titolare da un ottimo Asamoah.

La panchina stimola davvero?

Che la panchina, la non titolarità, stimoli l’orgoglio del calciatore è scontato. Può capitare, però, che ne risenta l’autostima e di poco aiuto siano i tentativi di incoraggiamento.

Alex Sandro, ad esempio, non sta rendendo come lo scorso anno e la concorrenza con Asamoah pare allontanarlo sempre più dal mondo Juve. I rumors di mercato sono tanti e la tentazione, soprattutto per chi desidera giocare di più, è alta. La verità è che nello spogliatoio della Juventus funziona così.

Dybala, invece, è al centro del progetto e per questo motivo viene rimproverato e spronato più degli altri. Vive di giocate, lampi e invenzioni che al momento gli mancano. I compagni e l’allenatore, dunque, stanno provando a metterlo in condizione di potersi esprimere al meglio.

L’onda negativa che circonda il giovane argentino potrebbe essere spazzata da un gol, che manca dal match contro la Sampdoria. Di certo la panchina lo sta aiutando a concentrarsi maggiormente durante gli allenamenti, in modo da poter ritrovare il posto da titolare messo in discussione.

Tutti sono utili alla causa, ma nessuno indispensabile. Chi entra nel meccanismo Juve sa benissimo che il suo compito è quello di mettersi al servizio della squadra, evitando di peccare d’egoismo.

 

I commenti sono chiusi.

Impostazioni privacy