Una domanda a Nicchi: ma come Va(r)?

Premessa (doverosa): la Juventus ha perso per demeriti propri. Il VAR non c’entra. Però, lo ripetiamo, a costo di sembrare stucchevoli: il VAR va migliorato. Servono procedure chiare e, soprattutto, applicate allo stesso modo. Un esempio? Il protocollo sulle azioni da fuorigioco. Higuain oggi, Insigne e Immobile ieri.

VAR: FUORIGIOCO DUBBI

Come in ogni ambito lavorativo, occorre una linea comune: le disparità, in un gioco come quello del calcio, non fanno bene e ottengono il solo risultato di dar vita ad infinite polemiche.

Nel primo tempo della disfatta bianconera di Genova, il guardalinee ha fermato per fuorigioco Gonzalo Higuain, lanciato a rete. L’attaccante argentino, non avendo sentito il fischio, ha proseguito per la sua strada, saltando Viviano e insaccando alle sue spalle. L’arbitro Guida, però, aveva già fermato il gioco: inutile la giocata del Pipita.

Ieri pomeriggio, invece, il primo squillo in attacco da parte della Lazio è stato un gol annullato a Ciro Immobile. In questo caso, nonostante la posizione irregolare sembrasse più netta, il guardalinee ha aspettato il concludersi dell’azione dell’attaccante, in modo da poter eventualmente richiedere l’ausilio del VAR. A controllo avvenuto, poi, Rocchi ha giustamente fischiato punizione per la Roma.

Idem con patate ieri sera a Napoli, in occasione del gol del vantaggio di Lorenzo Insigne: posizione dubbia dell’attaccante partenopeo, che batte Donnarumma ed è costretto ad aspettare qualche secondo prima di esultare. Il check arriva, Doveri indica il centro del campo e gli azzurri possono festeggiare.

Oggi a Marassi, invece, quest’attesa non c’è stata: per quale motivo? 

Vi lasciamo con questo interrogativo, in attesa – che si spera non vana – di una maggiore chiarezza in relazione all’applicazione del VAR. Tanti errori arbitrali sono stati già corretti, è vero, ma un po’ di confusione resta: la speranza è affidata al potere della tecnologia, che si può soltanto migliorare.

 

 

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