Luca Marelli: “Ecco perché il gol di Insigne andava annullato”

Luca Marelli è un ex arbitro di caratura nazionale, molto attivo sui social network. Il suo obiettivo è quello di spiegare i comportamenti degli arbitri partita per partita, cercando di valutare decisioni dubbie, giuste e sbagliate dei direttori di gara. Uno degli episodi più importanti di Napoli-Milan è stato il gol assegnato a Lorenzo Insigne, dapprima fermato per sospetta posizione di fuorigioco. La decisione del VAR ha calmato tutti, ma emergono particolari che Marelli ha analizzato. Ecco cosa si legge sul suo sito, “lucamarelli.it”.

FUORIGIOCO INSIGNE – GOL DA ANNULLARE

“Al minuto 33 Jorginho lancia nello spazio Insigne che controlla il pallone e batte Donnarumma.
L’assistente Costanzo lascia proseguire l’azione e, dopo la segnatura della rete, alza la bandierina per indicare la posizione irregolare in partenza dell’attaccante del Napoli. Gestualità chiarissima: fuorigioco al centro (in caso di fuorigioco su una delle fasce laterali la bandierina avrebbe dovuto avere un’inclinazione verso l’alto o verso il basso).

La linea del fuorigioco parrebbe non lasciare dubbi: i piedi di Romagnoli sono più vicini alla linea di fondo rispetto ai piedi di Insigne.
Il problema è che Insigne è slanciato in avanti e non possiamo avere alcuna certezza circa la posizione della spalla sinistra o della testa (il braccio, come sappiamo, non conta). La linea tracciata dal VAR è solo indicativa ma non dirimente poiché non tiene in considerazione la proiezione di spalla e testa di Insigne sul terreno di gioco.

In assenza di VAR avremmo potuto discutere per ore sulla posizione di Insigne. In presenza di VAR, continueremo a discuterne.
Il motivo è da ricercare nel solito problema: per valutare il fuorigioco o meno di Insigne NON è sufficiente una linea tracciata sui piedi di Romagnoli poiché non sappiamo quale sia la posizione reale dell’attaccante del Napoli.
Molti ritengono la posizione regolare, altrettanti intravvedono una proiezione del corpo di Insigne oltre i piedi di Romagnoli. Come sempre, invidio molto chi ha certezze assolute: ho il grave difetto di confrontarmi e, ogni tanto, cambiare idea…
Nel caso specifico non sono in grado di affermare se la posizione sia regolare o meno. Propendo per la regolarità ma non ho alcun elemento concreto se non una sensazione. Ed è proprio questo il punto!

Ricordiamo un altro aspetto importante: la tecnologia attuale è bidimensionale, per episodi come questo sarà fondamentale sviluppare in fretta uno strumento tridimensionale per eliminare in tempo reale i dubbi.

Qual è, dunque, il problema?

Torniamo ad Udinese – Juventus di qualche settimana fa. Due furono gli episodi molto discussi: la rete del momentaneo pareggio di Danilo e la rete realizzata da Khedira su “sponda” di Rugani.

Il giorno dopo questa gara giustificai la decisione di convalidare entrambe le reti basandomi sul concetto espresso da Rizzoli e Rosetti in merito ad episodi del genere, cioè di avallare le decisioni assunte in campo in caso di immagini non dirimenti e relative a posizioni regolari o meno sulla base di pochi centimetri.

Ebbene, in questa gara le reti vennero convalidate poichè i due assistenti NON segnalarono posizioni irregolari ma convalidarono entrambe le segnature.

Ieri sera è avvenuto il contrario: Costanzo, dopo la rete di Insigne, ha segnalato la posizione di fuorigioco dell’attaccante del Napoli.
Trattandosi di episodio dubbio, sul quale (per problemi di prospettiva e di proiezione del corpo sul terreno di gioco) non ci può essere assoluta certezza sulla regolarità o meno, l’arbitro ed i VAR avrebbero dovuto avallare e supportare la scelta assunta in campo, cioè l’annullamento della rete.

Il concetto è il seguente:
– chi sostiene la regolarità della rete ha le sue ragioni;
– chi propende per l’irregolarità della rete ha le sue ragioni.

In mancanza di certezze la scelta avrebbe dovuto essere l’annullamento della rete e la conferma, di conseguenza, della decisione assunta infine da Costanzo. Perché è vero che l’assistente di Doveri lascia proseguire ma lascia proseguire non perché convinto della bontà della posizione di partenza bensì per consentire (giustamente, secondo le direttive) la conclusione dell’azione aprendo l’opzione di utilizzo della VAR in caso di realizzazione di una rete.

Questo, al momento, è il più grave limite dello strumento al momento disponibile. La tecnologia tridimensionale è sempre più necessaria proprio per evitare situazioni del genere.

La speranza è che la sperimentazione tridimensionale (già in atto) possa concludersi a breve. ” – la spiegazione dell’ex arbitro, che sembrerebbe in linea con ciò che è stato espresso dai vertici AIA.

C’è, dunque, da interrogarsi sulla bontà del gol in questione e sulla vera efficienza di uno strumento tecnologico, il quale mostra palesemente dei limiti proprio negli ambiti in cui l’occhio umano, anche con l’ausilio della moviola, non riesce a distinguere se c’è o meno irregolarità.

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