Quando gioca la Juve l’Italia si ferma: la Signora sbanca anche gli ascolti

I numeri paralno chiaroi: la Juventus insieme con NapoliInterRoma Milan ha monopolizzato l’80% degli ascolti televisivi nelle prime sette giornate del campionato di Serie A. Su venti quadre di Serie A, cinque attraggono otto spettatori su dieci. Questo dato dovrebbe,  almeno, far accendere qualche lamapdina, a qualche grande dirigente, in merito alla scottante questione sui diritti tv

I PROBLEMI DELLA LEGGE LOTTI

La discussa, per usare un eufemismo, legge Lotti prevderebbe un passaggioi dal 40 al 50% delle quote da dividere tra le 20 squadre. Manovra che renderà minore l’impatto economico tra le big e le medio-piccole. Il motivo? Rendere il campionato più competitivo. Almeno questa è l’idea del Ministro dello Sport, ma in un campionato con, tra l’laltro, una squadra ancora a zero punti, qualche milione di euro, almeno per loro, non cambierebbero molto le carte in tavola. A perderne sarebbero i big club che, non solo rispetto al resto d’Europa prendono molto meno, e che si rtiroverebbero con un calo drastico di entrate monetarie.

DATI CHE PARLANO CHIARO

Tornando agli ascolti TV, nei primi sette turni gli spettatori complessivi sono stati 42,4 milioni tra Sky Premium. Nelle 32 gare con in campo almeno una delle “big five”, infatti, gli spettatori sono stati ben 35,1 milioni, con una media a partita di circa 1,1 milioni di spettatori. Le 37 partite giocate senza “le big” in campo hanno raccolto complessivamente 7,2 milioni di spettatori, con una media a partita di 197mila spettatori.

Risultati che se da una parte coincidono con le distribuzione del tifo nel nostro Paese. Da sempre la Juventus e le due milanesi racchiudono la maggior parte del tifo nostrano, e da sempre portano più audience televisvo.

Una riflessione, infatti, andrebbe fatta sui numeri esigui che certe sfide raccolgono in termini di spettatori. Per esempio nella partita Udinese – Chievo i telespettatori sono stati solamente 6mila. Meno dei presenti allo stadio. Un dato che di certo non può andare d’accordo con la nuova legge.

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