Juventus e Napoli: prime in Serie A, ultime in Primavera

Si dice che il vino buono migliora invecchiando. Il rischio grande però, è quello che diventi aceto: non una suggestiva ipotesi per chi ama il mondo del mosto e di Bacco. Se la Juventus e il Napoli fossero due vini, la Juventus sarebbe uno di quelli che, ad acquistarli, non si sbaglia mai: la storia dei sei scudetti consecutivi la conoscono tutti, più qualche Coppa Italia e Supercoppa Italiana sparse qua e là. Il Napoli invece sta fermentando: se negli anni scorsi la sua corsa al titolo rappresentava più una “speranza” di mettere fine all’egemonia dei bianconeri, quest’anno il cammino non ha ancora conosciuto un risultato diverso dalla vittoria; più che mai è legittimo parlare di Scudetto. Banale dire quindi che queste due squadre rappresentano il meglio di ciò che si possa vedere in Italia.

Discorso assolutamente diverso per quanto riguarda la Primavera: Juventus e Napoli stanno attraversando il periodo più buio della loro recente storia. I partenopei avevano cominciato con una vittoria, ma in seguito sono arrivate quattro sconfitte consecutive, due delle quali prendendo ben cinque reti. I ragazzi di Dal Canto invece non conoscono la parola vittoria in campionato: tre pareggi e due sconfitte, sempre giocando un calcio decisamente deludente. In Youth League le cose vanno un po’ meglio: pur giocando un po’ più spensierati e con maggior carattere, le due squadre si ritrovano ancora in corsa per il passaggio del turno, ma la sensazione è che nella fase di ritorno entrambe verranno eliminate.

Com’è possibile una discrepanza del genere tra Prima Squadra e Primavera? In vista dell’incontro tra le due squadre (domenica ore 14 a S. Antimo) abbiamo fatto ai nostri redattori di SpazioJ (Simone Dinoi e Andrea Bargione) e SpazioNapoli (Vittorio Perrone e Pasquale Giacometti) cinque domande per descrivere il momento no delle squadre giovanili: ecco il loro punto di vista.

COSA STA SUCCEDENDO ALLE PRIMAVERE?

SPAZIONAPOLI: Per la Primavera del Napoli il discorso va allargato anche alle precedenti stagioni. Il divario tra prima squadra e Primavera è sempre stato ampio, in ambito giovanile gli azzurri non sono mai stati una big.

SPAZIOJ: La Primavera della Juve ha vissuto recentemente una delle annate più forti (i ’97) che hanno fatto pensare ad un salto di qualità generale. Non è così: basta vedere quanti giocatori realmente forti sono usciti dal settore giovanile della Juve negli ultimi 6-7 anni. Il livello che ci si aspettava era molto alto, forse troppo. Giocatori bravi, ma non fuoriclasse.

DI CHI SONO LE COLPE MAGGIORI?

SN: I problemi sono molteplici. Si parte dagli investimenti scarni della società in ambito di scouting e strutture e si arriva a calciatori demotivati e un allenatore (Saurini) che aveva completamente perso il controllo (infatti esonerato dopo la partita con la Lazio). Adesso in panchina c’è Loris Beoni, vediamo se cambierà qualcosa.

SJ: Come sempre vi è un concorso di colpe. La squadra che è stata costruita non è di livello assoluto nonostante siano stati fatti degli investimenti anche importanti. La società e lo scouting ha peccato nello scouting: i giocatori non sembrano, fino ad ora, all’altezza e l’allenatore non riesce a tirare fuori quel qualcosa in più sia dal punto di vista tattico, sia dal punto di vista motivazionale. Emblematiche le sue parole post débâcle con lo Sporting: “I giocatori dovrebbero impegnarsi di più in allenamento”. Non bene che i ragazzi non lo facciano, ma non bene che lui non riesca ad imporsi. Forse quest’anno non tutti sono all’altezza, tecnico compreso.

SI TRATTA DI UN MOMENTO PASSEGGERO?

SN: Il momento, per il Napoli, non pare essere passeggero. La qualità è questa, forse il cambio di guida tecnica permetterà di risalire la china ma restano almeno dieci squadre qualitativamente migliori nel Campionato di Primavera 1. Sarebbe passeggero se si iniziasse ad investire seriamente in strutture (il Napoli si allena a Lusciano con le altre rappresentative giovanili e gioca a S. Antimo, in un centro non di proprietà), istruttori e scouting. Altrimenti la mediocrità sarà perenne.

SJ: Annata difficile: nonostante l’inserimento di qualche giocatore a gennaio, la stagione potrebbe essere compromessa. Il mercato può aiutare con l’inserimento di giocatori di qualità e con lo sfoltimento della rosa riguardante chi non dimostrerà da qua alla sessione invernale di meritare una maglia importante. Ma la situazione rimane al momento molto difficile.

COSA PREVEDETE PER IL FUTURO?

SN:  Si prevede un campionato mediocre in cui l’unica ambizione sembra essere una salvezza tranquilla (e forse nemmeno troppo). In Youth League le risposte sono positive, ma passare il girone sarebbe una vera e propria impresa.

SJ: Difficile immaginare come possa evolvere la stagione. Ora risulta veramente complicato immaginare una Juve in corsa per il campionato Primavera vista l’incredibile difficoltà nel creare occasioni da rete. In Youth League la squadra sembrava approcciare alle partite con più serenità, ma il crollo di ieri con lo Sporting ha in parte compromesso anche il cammino europeo. Con i giusti investimenti, la Primavera può tornare a dettare legge già dalla prossima stagione, sia in campionato che in Youth league.

COME SI RISOLVE LA SITUAZIONE?

SN: Deve migliorare la qualità degli investimenti. Spendere più di un milione per un solo giocatore (Mezzoni) è uno spreco di (poche) risorse che il Napoli mette a disposizione. La Campania, dopo il Lazio, è la regione che fornisce più calciatori al movimento professionistico italiano. Impensabile che però i calciatori vengano fuori da società diverse da quella del Napoli. Invece di sperperare denaro si dovrebbe investire su un centro sportivo vero. Ma la sensazione, almeno fino ad oggi, è che alla società non interessi poi così tanto crescere i giocatori in casa.

SJ: Il difetto più grande mostrato finora è la lentezza della manovra. La squadra è divisa in due blocchi: difesa e centrocampo da un lato, attacco dall’altro. Manca connessione tra fase difensiva e offensiva: le poche azioni da gol nascono da giocate estemporanee dei singoli. Sicuramente è necessario un salto di qualità mentale sia da parte dei giocatori (spesso in campo con poco mordente), sia da parte dell’allenatore. Ma come già detto in precedenza, se in futuro verranno effettuate le giuste operazioni, la Primavera può tornare a prendersi delle belle soddisfazioni.

Intervista di Dario Lombardi

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