Vènghino al VARietà

“Venghino, signori, vènghino! Più gente entra, più bestie si vedono!” gridava l’omino in divisa rossa con le mostrine alla Guglielmo Pepe di un giallo sfacciato,   improponibile al pari di tutte le forzature. Toh, or che un raggio di luce fioca si staglia sul muso,  spunta una pelata incipiente su un corpo che a dir tozzo si fa torto alla compattezza (quella predicata da Zaccheroni!), un naso da frequentatore di whisky, denti da sigarista ed un paio di occhiali, montatura anni 60: l’antinomia del dirigente di calcio ad alto livello.

Eppure, come sovente succede nella vita, ogni volta che si diverte a giocare con se stessa, corre voce che il “domatore fac simile” diriga proprio la F.I.G.C. (Federazione Incompetenti Giuoco Cartonati). “Vènghino, signori, vènghino. Si accomodino in fretta, chè il VARietà sta per incominciare”

“Risate a crepapelle, alla maniera dei Brutos. Vedrete signore e signori che si canterà l’inno alla Joya e poi giù sberle alla Juve, come a Gianni Zullo, lo sfigato dei Brutos. Solo lui, sempre lui: sennò come ci si diverte” “Opti pobà mangiava le banane, non è un’affermazione razzista. Già allora si stava provando un numero che avrebbe attratto soprattutto i repressi, quelli che perdono le bave dietro una soubrette con noci di cocco sulle tette e gonnellino di…banane. Ecco, spiegate le banabe di Opti Pobà.

“Dove vai? Se la banana non ce l’hai? Bella Hawaiana, pigliati sta banana” Eh sì, signori, questo è VARietà di alto livello. Viene dato anche in video, a bordo campo, ad uso e consumo di ballerini da avanspettacolo che si vergognano talmente tanto dei loro misfatti da nascondersi dietro al video, novelli guardoni di azioni sospette.

Dai, divertitevi, che arriva Gianni Zullo, il Brutos che puglia le sberle. Ha la maglia a strisce, è potente, vincente, smorfioso e lo meniamo nel VARietà. Numeri e gags ridicole, come tornare indietro di 20 secondi e 2 azioni prima, per annullare una rete regolare. Spatapanfete sulla collottola. Altro numero, voltarsi di 180° al momento dell’atterramento del centravanti e far finta di niente. Sbleng, un’altra scoppola. Dai, che ci prendiamo gusto, tanto siamo solo all’inizio.

Li aspettiamo al VARco ed appena si può, giù botte. Che ridere, che ridere. Jerry Calà canterebbe: “E’ tanto che aspettavo un’occasione così”. C’è un figuro con accento romano, tosto e faccia quadra, occhiale vedononvedo, che dal fondo apostrofa: “Opti Pobà, facce ride” Pronti, via: un rigore con precente fuorigioco non rilevato ed il gioco è fatto. Ahahahahaah, all’unisono come quella sera a Taormina. “Guarda che luna, guarda che mare…”

Peccato però che il re degli aerei sia sul lastrico, che il Leonardo da’ Vinci dei vice presidenti acapelluti abbia abbandonato, che il fabbricante di giocattoli se la passi male e che rimanga ormai solo la voce del fondo: “Facce ride”. Sarà bene invitare San Gennaro al VARietà, che ci protegga. Almeno potremo elargire trofei ai suoi fedeli, con intesta cineasti e cardinali da presepe.

Tutto calcolato, tanto quei polentoni di nordisti si “tafazzano” prendendosela col portiere e con il 10, mentre continuiamo a replicare il nostro VARietà. “Vènghino, bauscia, vènghino; più venite e più giochi di prestigio si vedono. Spariscono i gol regolari, alla maniera dei maghi. Per meglio dire, dei magheggi.

Immagini tratte da   panorama.it   e  brutos.it

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