Dybala, son finite le parole: ci si può solo stropicciare gli occhi

Re Mida. Anzi, Re MiDybala. Anticipavamo: son finite le parole. Non perché il vocabolario italiano ne sia diventato tutt’a un tratto privo, ma perché – tra gli aggettivi entusiasti ed entusiasmanti – glieli abbiamo letteralmente dedicati tutti. E Paulo Dybala se li merita, chissene se non è Messi. Nessun uomo è mai stato Dio e mai lo sarà, d’altronde. Dybala, nel derby contro il Torino, ha offerto l’ennesimo saggio delle proprie immense qualità: due gol, un tunnel a Rincon, un tacco in stile Principato di Monaco e una rovesciata. Ma soltanto per ricordare gli episodi più eclatanti.

HA GIOCATO PER LO SPETTACOLO

Più che mai. E soprattutto nel secondo tempo. Più dilettevole che utile, per una volta. E siamo sicuri che Allegri non se la prenderà. Mai tarpare le ali ad uno così, mai impedire che la sua fantasia possa svolazzare libera nei cieli di Torino, e non solo.

Un’altra doppietta, l’ennesima, per il 4-0 finale contro il Toro. E pensare che, nel derby, non aveva mai segnato. Questo – volendo – era il primo test davvero probante del campionato della Juventus (se consideriamo la Fiorentina come una squadra in dovuto rodaggio): l’espulsione di Baselli ha facilitato il compito, ma in tanti, troppi momenti i bianconeri hanno dato l’impressione di essere davvero spettacolari.

10×10

10 sono i gol in campionato della Joya bianconera, come il suo nuovo – e meritatissimo – numero di maglia. L’eletto juventino sta riscrivendo la storia del campionato di questa squadra: 10 reti nelle prime 6 giornate non le aveva realizzate mai nessuno. E mantenendo questa media assolutamente fuori dal mondo, potrebbe toccare picchi davvero inimmaginabili…

Curiosità: l’anno scorso, a fine campionato, il genietto di Laguna Larga si fermò a quota 11. Quest’anno, a fine settembre, è a una sola lunghezza da quel traguardo.

Ad maiora semper, Paulino: abbiamo finito le parole, ma non finiremo mai di stropicciarci gli occhi.

 

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