Juve-Barça, l’analisi di Del Piero:”Una battuta d’arresto che si può superare”

Al termine della partita di ieri sera, anche Alessandro Del Piero è intervenuto ai microfoni di Sky Sport, all’interno de “L’Originale” per esprimere un suo pensiero sulla pesante sconfitta dei ragazzi di Allegri. Del Piero ha subito dichiarato di non aver potuto vedere tutti 90 minuti, ma ha comunque provato a commentare la prestazione dei bianconeri. Ecco le parole più rilevanti: “Indubbiamente è un segnale forte che il Barcellona manda a tutte le sue avversarie in Champions, dice che sono tornati. Per quanto riguarda la Juve penso che sia una brutta battuta d’arresto, ma credo che sia abbastanza superabile. Sono stati in partita per tutto il primo tempo, siamo solo all’inizio, era la prima partita del girone e il Barça al Camp Nou è sempre molto difficile da affrontare, anche senza Neymar. Quindi sotto certi aspetti non è preoccupante, è ovvio che quando perdi devi sistemare qualcosa, ma secondo me la Juve si riprenderà bene e alla fine passerà il turno perché ha tutte le qualità per farlo”.

Per Dybala è un’occasione persa?

“Io non la vedo così, penso che Dybala abbia grandissime qualità e stia crescendo ogni anno. A un certo punto avviene qualcosa, un episodio, un gol, che ti permette di fare definitivamente il salto di qualità, e avverrà anche per lui perché le qualità le ha. Quindi non mi preoccuperei più di tanto per la prestazione di stasera, sono sicuro che troverà continuità anche in Champions. L’anno scorso proprio contro il Barcellona aveva deciso la partita, quindi la continuità la troverà, maturando ancora di più”.

Cosa cambia tra campionato e Champions?

“Cambia la tipologia di gioco, i tempi sono estremamente diversi. Il campionato italiano ha certi ritmi, mentre il calcio europeo ne ha altri. La Champions ha ritmi unici, che non puoi trovare in altri campionati. E’ diverso il modo in cui approcci le partite, hai più fame ed è un’atmosfera diversa. Devi saperti adattare e devi essere pronto a cambiare quando ce n’è bisogno. E oltre a queste dinamiche di squadra ci sono anche le sensazioni personali. E’ complesso, ma affascinante proprio per questo”.

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